Il caso del giorno che scuote il mondo del vino italiano e dei suoi produttori è la newsletter degli organizzatori di Back To The Wine.
Sappiamo che le dispute fra produttori tradizionali, naturali, biologici e biodinamici rasenta molte volte la rissa verbale.
Come in tutti i settori, a fronte di una maggioranza di produttori seri e moderati entrano in campo i “talebani”.
Personaggi che credono di essere degli unti del Signore e di avere una missione di vita, ovviamente l’imposizione del loro punto di vista.
Non sappiamo se gli organizzatori di Back To The Wine, fiera di Faenza dedicata al naturale, biologico e biodinamico, siano nel gruppo “talebani”. Certo è che dovrebbero utilizzare le parole con maggiore attenzione.
Un passaggio della loro newsletter è: ““Per questo la nostra fiera/mercato si chiama “BACK TO THE WINE”, ovvero: “RITORNO AL VINO”, quello autentico, non sofisticato e realizzato col minimo intervento umano in vigna e in cantina.”
Utilizzare “sofisticato” nel mondo del vino è già un azzardo, ma utilizzarlo per identificare tutto il mondo della produzione tradizionale è superficialità.
Carlo Macchi su WineSurf approfondisce bene il concetto.
Il mondo del vino italiano non ha bisogno di ulteriori barriere, non ha bisogno di sconti “noi” contro “loro”…