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Angelino Falvo ci lascia: il suo Angelino al centro di Torino

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Chi conosce la Torino dei calciatori e delle celebrità conosce la storia di “Angelino” e Angelino Falvo. Si è spento questa mattina a Torino, nella propria abitazione.

80 anni, fondatore nel 1978 con la moglie Rita, scomparsa lo scorso novembre, del ristorante Angelino, in corso Moncalieri a Torino.

Il locale era divenuto negli anni sotto la Mole un tempio della migliore enogastronomia piemontese costantemente frequentato da volti noti dello spettacolo, dello sport, dell’imprenditoria, della politica, della televisione, dell’economia e del giornalismo.

Da Maradona a Zidane, passando per Vialli e la Juventus di Lippi. Il locale è tappezzato di foto ed è una delle sue caratteristiche.

Angelo Falvo era di origine calabrese, ma piemontese fino al midollo: dal dialetto con cui elargiva aforismi taglienti alla cucina tipica, con specialità doc come la bagna caoda, il bollito misto, la cacciagione.

Nel locale di corso Moncalieri ha cresciuto una seconda generazione di chef (i figli Mauro e Roberto) e ha visto transitare molte generazioni di campioni. In particolare negli anni Novanta, i bianconeri erano di casa in quel “club gastronomico” dove si mangiava bene ma soprattutto si passava il tempo perché a loro aveva riservato una sala con giochi di società e perfino un calciobalilla.

Il figlio Roberto fu anche Chef della nazionale francese. Giovanni Trapattoni portò in corso Moncalieri l’intera squadra a festeggiare la Coppa Uefa del 1993.



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Dario Ujetto

Un professionista così efficiente che riesce a completare una settimana di lavoro in soli cinque giorni. Noto per la sua straordinaria capacità di trasformare le riunioni noiose in occasioni di team building involontario. Juventus e Vitello Tonnato le uniche cose che contano.

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