Da ieri il Piemonte dell’imprenditoria è sotto shock per la scomparsa di Alberto Balocco.
La cronaca ha fatto il suo dovere, raccontandoci un incidente in mountan bike. Stroncati da un fulmine.
Sono morti così, sulla pista dell’Assietta fra i monti dell’Alta Val Chisone (Torino); oltre ad Alberto Balocco, titolare della celebre e rinomata azienda dolciaria, l’amico Davide Vigo, 55 anni, originario di Torino e residente in Lussemburgo.
Unanime il cordoglio, con post di Confindustria Cuneo e del Presidente della Regione Alberto Cirio.
Con il padre (mancato due mesi fa) e la sorella Alessandra ha guidato l’azienda di famiglia tra “desideri e sacrifici”.
Narrano le cronache che ai 400 dipendenti degli stabilimenti nel Cuneese diceva: “Qui non ci sono padroni, siamo uguali”.
L’azienda di famiglia e la bicicletta erano le due passioni di Alberto Balocco; la sua era la terza generazione di una famiglia che ha fatto la storia della pasticceria e dolceria italiana.
Proprio l’amore per la bici aveva portato alla sponsorizzazione per anni del Giro d’Italia.
L’altra passione è sempre stata l’impresa fondata dal nonno Francesco Antonio nel 1927: ricostruita nel dopoguerra e arricchita da incontri fortunati come quello tra il padre di Alberto (Aldo) e un pasticciere milanese sfollato per la guerra.
I due diedero vita a un prodotto unico che coniugava il panettone piemontese, glassato, con quello milanese, alto e a lievitazione naturale. Nacque il mandorlato Balocco e fu l’inizio del successo su scala nazionale per l’azienda di famiglia che in poco tempo diventò uno dei simboli dei dolci Made in Italy.
Negli anni Novanta Alberto e la sorella Alessandra entrano attivamente in azienda.
L’industria cuneese, diventata grande grazie ai dolci della ricorrenza (mandorlato e colomba), si trasforma in breve tempo in un’azienda di bakery a tutto tondo: la colazione e gli snack affiancano i dolci ed è una delle operazioni più riuscite di riconversione industriale dell’alimentare italiano.
Un’operazione sostenuta anche da un rilancio del brand avvenuto grazie a una serie di spot di grande successo, che esaltavano la tradizione dolciaria come rito di famiglia.
Nel 1975 era stato realizzato il primo spot tv su Carosello; tra le testimonial dell’azienda si ricordano showgirl come le gemelle Kessler, Heather Parisi, Wendy Windham, Antonella Elia, Elenoire Casalegno e Vanessa Incontrada.
Dal 2008 il testimonial pubblicitario di vari spot televisivi sui dolci per Natale e Pasqua e sui biscotti è l’attore Cosimo Cinieri che impersona “il signor Balocco”. Fortissimo anche il legame con il calcio, forte di una sponsorizzazione strategica con la Juventus.
Oggi l’export rappresenta il 14% delle vendite totali, con un giro d’affari di 25 milioni€.
La Balocco è riuscita a superare brillantemente anche il momentaneo calo di fatturato dovuto al Covid, tornando a crescere.
Il quartier generale dello stabilimento è ancora a Fossano, dove è attiva anche, dal 2016, la Bottega Balocco.
L’unità produttiva è 75.000 metri quadri di superficie e 540 lavoratori fra interni e indotto. In breve tempo la Balocco è cresciuta e oggi vanta un giro d’affari di 185 milioni€ con un valore di 75 milioni di patrimonio netto.
Alberto Balocco è l’ultima vittima di una storia fatta di incidenti mortali ed assurdi che hanno colpito molti protagonisti dell’imprenditoria piemontese. Il 14 luglio 1935 Edoardo Agnelli (figlio del Senatore Giovanni, fondatore della Fiat e padre di Gianni) morì in un incidente terribile, falcidiato dalle eliche del suo idrovolante.
Il 7 agosto 2008, in un incidente con il motorino a Trofarello, perse la vita tragicamente Andrea Pininfarina. Il 18 aprile 2011, in Sudafrica, Pietro Ferrero, figlio del fondatore della Nutella ed erede dell’impero dolciario di Alba, muore in un incidente in bici.
La storia di Alberto Balocco e di Balocco è racchiusa in un bel libro scritto con Adriano Moraglio (specialista del settore): “Volevo fare il pasticcere” vi farà scoprire un uomo che era la quintessenza della piemontesità.