Il nuovo Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano, di cui è autrice Roberta Garibaldi, presenta con dati aggiornatila consistenza e il posizionamento dell’offerta enogastroturistica, evidenziando il potenziale inespresso di molti territori.
“Emergono decisi segnali di ripresa dopo un biennio difficile – afferma Roberta Garibaldi. L’obiettivo per il prossimo futuro è generare valore economico e nuove opportunità per le destinazioni, puntando su sostenibilità, innovazione ed esperienzialità“.
Scorriamo i 10 trend sul Turismo Enogastronomico in Italia.
L’Italia ha confermato la sua leadership in Europa per prodotti certificati, ben 814 a novembre 2021 (315 agroalimentari e 526 vinicoli), con tre nuovi prodotti IG nel 2021. Questo patrimonio esercita una forte capacità attrattiva sul turista enogastronomico e le aziende hanno posto sempre più l’attenzione sull’importanza dell’offerta locale, consapevoli che la valorizzazione di materie prime locali di qualità e produzioni di origine rappresentano una formula per arrivare al successo.
In Italia è aumentata costantemente la superficie destinata ad agricoltura biologica, con un tasso di crescita complessivo del +109% nel periodo 2010-19 per la vite e del +95% nel 2010-18 per l’olivo.
L’orientamento al biologico e, più in generale, alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica dimostrata dalle aziende del settore, rappresenta un valore aggiunto in ottica turistica,favorita dalla sensibilità dei viaggiatori verso questi temi.
Il trono del turismo enogastronomico è occupato stabilmente dal vino. Il comparto ha superato la prova della pandemia, evidenziando nel biennio una crescita del 2% nel numero di aziende con coltivazione di uva e confermandosi come catalizzatore nelle prenotazioni online delle esperienze.
Nel 2021, le proposte a tema enogastronomico più vendute nelle regioni italiane (in primis Toscana e Piemonte) sono quelle a tema vino: il 6% delle prenotazioni effettuate sul portale Tripadvisor con destinazione Italia ha riguardato degustazioni e tour in cantina.
Il 2020 era stato l’anno nero per i birrifici artigianali italiani, con la perdita nei 12 mesi di 85 unità produttive (discesa da 841 a 756 tra micro-birrifici e brew pub), causata principalmente dal blocco dell’HoReca.
E se nel 2021, in particolare nel primo semestre, è continuata la migrazione dei consumi dal fuori casa al contesto domestico, la crisi ha stimolato una riflessione sul possibile connubio tra turismo e birra, già sperimentato con successo in nazioni quali Germania, Belgio e Stati Uniti: si tratta di un binomio con grandi potenzialità.
Un elemento importante dell’offerta italiana è costituito dalle Strade del vino e dei sapori presenti sul territorio nazionale.
Nate come elemento di richiamo “a quattro ruote”, questi percorsi hanno enormi potenzialità di crescita con la nuova mobilità sostenibile, realizzabile attraverso investimenti pubblici per la creazione di piste ciclabili e sentieri che portano il turista enogastro a scoprire, camminando o pedalando, gli angoli e le realtà più affascinanti del territorio, utilizzando mappe digitali con relativi punti di interesse, tra cui cantine, malghe, fattorie e luoghi di ristoro e pernottamento.
Sono ben 129 i Musei del Gusto in Italia, che in quest’ambito è leader in Europa davanti a Spagna (107) e Francia (88), ma soffre al tempo stesso per l’assenza di un museo di rilevanza nazionale, in grado di diventare elemento di richiamo per l’incoming estero. I recenti annunci di musei nazionali del gusto potranno colmare questo gap.
I poli museali legati ai prodotti tipici, se riconfigurati come spazi poli-funzionaliche possono favorire la scoperta del territorio, diventano punti di interesse e strumento di informazione per il visitatore, sempre più orientato verso un’offerta che metta in rete le “ricchezze” di un territorio.
Esistono, tuttavia, diversi limiti alla fruizione e alla valorizzazione di questi asset. Il Rapporto evidenzia un forte gap digitale: solo 36 musei su 129 hanno un proprio sito web e la visita virtuale – strumento efficace per attrarre la successiva visita “in presenza” – è quasi sempre assente o inefficace.
Alla fine del 2021, la “cerca e cavatura del tartufo in Italia” è entrata a far parte del patrimonio UNESCO. Dal riconoscimento della Dieta Mediterranea nel 2013, l’elenco è andato ampliandosi e consta oggi di 2 beni materiali e 4 immateriali legati all’enogastronomia, oltre che 3 città creative.
Si tratta di un primato recente e favorito dagli sforzi profusi a livello nazionale e regionale nel sostenere le candidature, che nel frattempo si sono moltiplicate (Cucina italiana e Caffè espresso sono due tra le più autorevoli, la seconda purtroppo rimandata).
Ottenere il riconoscimento UNESCO, per un territorio, comporta riconoscibilità e un forte richiamo turistico, ma anche la consapevolezza della tutela di quello che, a tutti gli effetti, si presenta come un patrimonio di interesse sociale.
In Italia, a fine del 2021, erano oltre 339mila le imprese di ristorazione attive, di cui il 58% era rappresentato da ristoranti e attività di ristorazione mobile.
Il saldo negativo tra nuove imprese e cessazioni e il calo del fatturato indica che la crisi non è ancora passata, ma la crescita del numero di aziende (+1%) e la creazione di format innovativi e ibridi – con home delivery, degustazioni digitali e video-ricette con gli chef, temporary restaurant negli alberghi, ghost kitchen, “Food as a Service” (modello che unisce i servizi di ristorazione con i supermercati) e cene in presenza – indica il dinamismo di un settore alla ricerca di una più variegata dimensione.
La capacità di unire il benessere psico-fisico e il gusto, aggiungendovi l’amenità dei luoghi rurali, ha dato impulso al comparto agrituristico. È cresciuto il numero di aziende (+2% nel biennio 2019-20), in particolare quelle che offrono proposte di degustazione (+8%) e di altre attività, soprattutto all’aria aperta (+10%). Nonostante il crollo delle presenze straniere, il rapporto tra clienti italiani e stranieri, che nel 2019 era di 11 a 10, è sceso a 23 a 10 nel 2020.
Le “mappe di competitività” elaborate nel Rapporto fanno emergere un’Italia a differenti velocità. Puglia, Campania e Sicilia sanno valorizzare le risorse enogastronomiche del territorio a fronte di un ambiente socioeconomico tendenzialmente meno favorevole rispetto alle grandi regioni produttive dell’Italia centro-settentrionale (Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana e Lazio).
Qui le performance sono positive, ma in linea con le attese. Situazione differente nelle altre regioni, che hanno basso numero di aziende nei settori considerati, necessitando a seconda dei contesti di “stimoli” settoriali e/o di più ampio respiro.
Il Rapporto Sul Turismo Enogastronomico Italiano, divenuto dal 2018 a oggi un documento di riferimento per le istituzioni e gli operatori a livello nazionale, regionale e locale, presenta analisi quanti-qualitative, ricerche inedite e contributi di autorevoli esperti del mondo accademico e scientifico, nazionali e internazionali, offrendo una panoramica a 360 gradi del turismo enogastronomico.
Il volume “L’offerta” si basa su dati provenienti da fonti statistiche ufficiali all’ultimo aggiornamento disponibile o forniti dai partner The Data Appeal Company, TheFork e Tripadvisor.
Il documento è scaricabile gratuitamente online: link.
Sono, inoltre, disponibili online e scaricabili gratuitamente anche i volumi sul Turismo Enogastronomico in Italia:
– “Trend e Tendenze” che inquadra il settore nella nuova normalità post-pandemia, fornendo una visione di medio periodo sul turismo enogastronomico, grazie a un attento lavoro di analisi qualitativa, comparazione di letteratura e studio di best practice (link);
– “Turismo Enogastronomico e Sostenibilità“, approfondimento tematico che offre indicazioni preziose per la costruzione di esperienze enogastronomiche sostenibili. A dati statistici aggiornati sull’interesse degli italiani verso questo tema – sia in termini generali che declinati nelle varie tipologie di proposte enogastronomiche – affianca buone pratiche nazionali ed internazionali relative ad aziende di produzione, food tour e destinazioni (link).
L’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico è un’associazione senza scopo di lucro, fondata nel 2019 per studiare e comprendere l’evoluzione del turismo enogastronomico, uno dei settori economici più rilevanti in Italia.
L’Associazione si pone come obiettivo quello di stimolare la ricerca, l’approfondimento e l’innovazione nel settore del turismo enogastronomico e diffonderne i risultati e la conoscenza derivanti. Si adopera, inoltre, per promuovere e organizzare occasioni d’incontro e dibattito per ampliare il sapere nei propri ambiti, nonché per valorizzare la cultura dei singoli territori che tramandano i valori del cibo.
L’Associazione si impegna, infine, nella formazione di giovani professionisti che si affacciano al settore, con borse di studio.
Roberta Garibaldi, autrice del Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano e Presidente Onorario dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, è professore di Tourism Management all’Università degli Studi di Bergamo e ricopre diverse cariche a livello nazionale e internazionale.
È autrice di numerosi saggi in riviste italiane e straniere e di libri ed è keynote speaker ai principali eventi internazionali, come i Forum di UNWTO, Agenzia per il Turismo delle Nazioni Unite, e il World Economic Forum di Davos.