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Giovanni Ferrero: non tradiremo mai Alba

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Marco Castelnuovo, Direttore di Corriere Torino, ha sbobinato e pubblicato l’intero discorso tenuto da Giovanni Ferrero ad Alba.

L’occasione è stata lo svelamento di “Alba”, la nuova opera di Valerio Berruti in piazza Michele Ferrero donata alla città dalla famiglia della Nutella. In pochi giorni è già diventata il simbolo della città, basta localizzare “Alba” su Instagram per capirlo.

Giovedì sera sono andato al disvelamento dell’opera, c’era tutta la città compresa la famiglia Ferrero, che ha voluto e donato “Alba” alla città.

Giovanni Ferrero: visione che non rimane mai un miraggio

Arrivando in questa piazza mi è molto piaciuto questo discernimento, questa attribuzione di differenze fra l’una e l’atra piazza che rappresentano l’anima di questa città; la Piazza del Duomo come quella delle Istituzioni e la vecchia Piazza Savona come quella dell’ingegno.

Ho pensato a una metafora della vita e mi sono detto: questo è un momento di celebrazione solo ed esclusivamente della memoria o potrebbe anche essere un rispolverare quelle che sono le nostre radici, il nostro rapporto profondo con l’eredità storica, il portato valoriale di questa città e il senso di condivisione di questa comunità?

E mi sono detto, quale metafora potrebbe calzare? E ne ho trovata una che non calza alla perfezione, però ho pensato alla metafora della vita come ad un arco in cui più si tira la corda all’indietro e più si sa che la freccia si scaglierà tanto più rapidamente in avanti.

Questo significa che solo chi ha una comprensione profonda, un rapporto autentico, un senso dei valori vincolato alle proprie radici, potrà andare avanti nel mondo a globalizzarsi e a internazionalizzarsi perché la forza che le nostre radici ci danno è la forza di essere sempre fedeli a sé stessi.

L’orgoglio dell’«Albesità» ha molto a che fare con l’ingegno, con la capacità di lavoro, con la capacità di risollevarsi a fronte di qualsiasi evenienza negativa che ha segnato il percorso della nostra nazione, ma anche del mondo.

Credo che oggi più che mai abbiamo bisogno di coraggio e di fiducia. E mi riallaccio allora alla piazza in cui si celebra l’ingegno albese con la facoltà dell’ottimismo della ragione, di saper guardare oltre, di spostare le frontiere del possibile, di provare con audacia a immaginarsi un futuro altro.

E quello che è meraviglioso nella forza di questa gente è la capacità di concepire una visione che non rimane mai un miraggio.

Con la dedizione, con il sacrificio, con la forza di volontà avete sempre dato un eccellente esempio di come rialzarsi e di come potercela fare.

È bellissimo, come passaggio di staffetta generazionale, perché l’albese non solo guarda al futuro, ma riesce anche a tramandare il proprio esempio per le generazioni che verranno. Ed è qui che c’è il nesso tra il passato, il presente e il futuro: questa gente è capace di rimanere fedele a sé stessa nel tempo e, al contempo, di reinventarsi.

Se guardiamo questa statua vi è una poetica, vi è un lirismo, vi è una struggente bellezza che è quella di avere sempre la freschezza e la capacità di guardare con occhi nuovi al divenire, al domani.

E questa è la straordinaria forza che hanno i bambini: ed è proprio qui il gioco di rimando credo simbolicamente così bello fra «Alba», che significa il sorgere del sole e con esso la speranza in cui ancora tutto è possibile, e Alba che è il nome di questa meravigliosa città.

Andando al di là dei luoghi comuni, immagino questa figura come grande ingegno albese in cui si celebra la collettività che ha saputo portare questo ingegno nel mondo; questa collettività più che mai ha volto verso la realtà uno sguardo di speranza.

Trovo bellissimo poter celebrare tutto questo qui con voi.

Ma volevo darvi un unico messaggio rilevante: noi non celebriamo una statua per sentirci uniti, voi siete il più grande esempio di cui mio padre andrebbe fiero.

E sappiate che il rapporto fra Ferrero e Alba è indissolubile, di sangue. Alba non ci ha mai tradito e noi non tradiremo mi Alba. È qua che ci sentiamo a casa.



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