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Cuori Selvaggi e affamati secondo Purchia: ma è così?

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Cuori Selvaggi (il tema scelto dal Salone del Libro di Torino) ha portato bene: poche parole, molti fatti (oltre 168.000 visite).

Ma neanche il tempo di godere e si apre una piccola diatriba fra l’Assessora alla Cultura Purchia, Silvio Viale (Presidente Città del Libro) e la ristorazione torinese.

Come Cristiano Malgioglio la polemica è sempre quella: l’orario dei ristoranti.

Ma è così? E soprattutto, altri aspetti dell’esperienza turista sono invece “tarati” su esperienze europee?

L’ultimo giorno del Salone, al lunedì, la metropolitana chiudeva alle 21,30. Lasciando molti fruitori a piedi ed in cerca di altri mezzi.

Colpevolizzare o sottolineare le colpe di singole categorie (oltretutto private) non è molto utile.

Soprattutto ora che la ristorazione è alle prese con una crisi delle “vocazioni” (leggi mancanza di personale), aumenti dell’energia e conseguenze del Covid-19 su due anni di fatturato.

Ci piacerebbe capire gli interventi di cui parla Purchia.

La sensazione di molti è che ora, dopo un maggio “spettacolare” per eventi ed affluenza, debba essere messa in campo una strategia cittadina.

Nella presentazione del suo libro “Paradosso Urbano”, Paolo Verri ha paragonato l’evento al bacio. Un’ iniezione di adrenalina, ma che non basta se si vuole stabilire una relazione di lungo periodo.

Sedersi ad un tavolo e capire “l’esperienza turista” sarebbe utile e costruttivo. Così i Cuori Selvaggi non saranno più affamati!



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Dario Ujetto

Da adolescente senza computer a quasi quarantenne googleiano DOC. Ovvero: come passare dalla lettura del giornale cartaceo, alla scrittura di un blog in meno di un nano secondo. Ma mi occupo anche di marketing, cibo, libri e comunicazione.

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