Sono un tifoso della Juventus; l’arrivo di Cristiano Ronaldo è come un Natale anticipato a luglio.
E sono anche un modesto professionista del marketing, quindi certamente non mi sfuggono le ricadute per la città (qui articolo de La Stampa).
Ma proprio perchè nella mia umile carriera mi è capitato di fare e vedere molti errori e di non sfruttare molte opportunità, ho paura che la classe dirigente di Torino non stia affrontando nel modo giusto l’effetto Cristiano Ronaldo.
Mi spiego meglio. Tutti sanno fare un post o un tweet, altro mestiere è mettere in campo una strategia di lungo periodo che vada oltre il parassitismo da facile visibilità.
Caso scuola di azione di piccolo cabotaggio è il manifesto che Ascom Torino ha preparato per l’arrivo di Cristiano Ronaldo in città.
Cosa si vuole ottenere? Non soffermiamoci sulla qualità del manufatto, e nemmeno sull’accostamento di un’immagine ad un marchio. Vogliamo pensare che sia dell’archivio de La Stampa che “collabora” con l’iniziativa.
In parole povere, però, Ascom Torino sta lucrando visibilità gratuita su un’operazione economica promossa da una Società per Azioni che nulla ha a che fare con questa Associazione di categoria.
E faccio un’ulteriore domanda. Quali azioni sta mettendo in campo Ascom per creare vero valore per i propri associati dall’arrivo di Cristiano Ronaldo?
Si pensa che basti un manifesto? Oppure si è già commissionato uno studio sulla social power del campione, si sta tentando di capire come attirare turisti e fanbase del portoghese, magari si sta lavorando sui giornalisti sportivi al seguito con azioni ed eventi specifici?
Valorizzare l’effetto Ronaldo e trasformarlo in azione di marketing territoriale per Torino va oltre una semplice locandina.
Bisogna schierare sul campo idee, budget e professionisti. Non siamo prevenuti, nei prossimi mesi scopriremo se Ascom (e non solo loro) si sono mossi in tale direzione o sono rimasti alle locandine e alle dichiarazioni di facciata.
In attesa di vedere come si muoveranno le realtà di Torino, la Juventus ovviamente ha già pianificato il ROI sull’investimento.
Un articolo di La Repubblica ci informa che Josep Ejarque è stato scelto dal Club bianconero per pensare e commercializzare pacchetti dedicati al turismo sportivo.
Sulle esperienze già avviate di Real, Barcellona e Bayern Monaco la Juventus vuole capitalizzare sia Ronaldo sia le strutture di proprietà come lo Stadio, il Museo e il futuro Distretto della Continassa.
Del resto, la social power di Cristiano Ronaldo è veramente un’opportunità per il turismo del Piemonte.
La rivista Forbes ha calcolato che lo scorso anno solo dai canali Social il campione portoghese avrebbe incassato 180 milioni$.
Tra gli sportivi nessuno si avvicina lontanamente a questi livelli: Neymar si ferma a 20 milioni$.
Questi risultati non sono casuali e non dipendono solo dai risultati sul campo: la gestione degli account social è in realtà una azienda a parte, visto che nel 2017 ha fatto 580 post – quasi due al giorno – con una citazione o un logo di uno sponsor.
Complessivamente tra likes, commenti e condivisioni in un anno è a quota un miliardo, che sembrano tanti ma non lo sono se pensate che i suoi video toccano i due miliardi e mezzo di views l’anno (fonte AGI).