Agnesi è viva e vegeta e parla piemontese. Iniziamo dalla cronaca.
Il gruppo Colussi investe 10 milioni € per il rilancio dello stabilimento di Fossano, che diventerà polo produttivo all’avanguardia per la produzione della pasta Agnesi dopo la chiusura a fine anno dello storico pastificio di Imperia. Lo stabilimento piemontese – spiega l’azienda – è attrezzato per produrre tutti i tipi di pasta, sia tradizionale sia le ricette più vicine ai nuovi trend di consumo. Con l’installazione delle nuove linee, dei software per il controllo della produzione e con ulteriori investimenti nei controlli di qualità, Agnesi può garantire una produzione ai massimi livelli di eccellenza. Colussi ha rilevato nel 1999 Agnesi dalla multinazionale francese Danone, riportando in Italia un marchio storico della pasta. La decisione di trasferire tutta la produzione in Piemonte, annunciata da tempo, è legata all’impossibilità – sostiene l’azienda – di adeguare e sviluppare il vecchio sito produttivo ai requisiti richiesti dal mercato nazionale e internazionale della pasta.
“Dopo la rivisitazione di tutti gli elementi del marketing mix che abbiamo portato a compimento nel 2016 e cioè nuovo pack, nuove campagna di comunicazione in Italia e all’estero, novità di prodotto – dichiara Alberto Guazzini, direttore Business Unit Primi Piatti – nel 2017 ci concentreremo sullo sviluppo del polo pasta attorno al rinnovato stabilimento di Fossano. I nostri obiettivi prevedono l’individuazione di aree di innovazione nella filiera di prodotto che sappiano cogliere i trend emergenti di consumo, il consolidamento delle quote di mercato in Italia e lo sviluppo di nuovi progetti nei mercati esteri. Il polo di Fossano ci mette a disposizione asset fondamentali per realizzare questa crescita: gli impianti infatti hanno oggi una produzione prevista di 40/45 mila tonnellate anno di pasta e un potenziale di crescita fino a 70/80 mila tonnellate”. (fonte: ANSA).
Ottima notizia per il Piemonte. Peccato che l’operazione sia stata gestita molto male. Dopo la chiusura dello storico stabilimento di Imperia, per una grande fetta di pubblico il marchio ha smesso di produrre; un piccolo esempio lo evidenziamo con questo articolo dell’Huffington Post.
Basta fare una ricerca su Google per capire che la prima notizia è la chiusura dello stabilimento di Imperia e non il potenziamento di quello di Fossano. Un caso di comunicazione che porta ad un forte demarketing, proprio quando invece un Gruppo come Colussi ha invece operato per salvare il marchio.
Sarebbe anche bello valorizzare il sito dismesso ligure, magari inaugurando un Museo della Pasta che ripercorra le filiere e la storia del marchio con il veliero. E magari ci sarebbe spazio anche per la ristorazione e per la creazione di posti di lavoro.
Registriamo comunque con soddisfazione l’ampliamento del sito di Fossano. Una bella notizia per il Piemonte.