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Nizza DOCG: un successo piemontese

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Dopo molti articoli sui giornali abbiamo deciso di raggiungere per un’intervista Gianni Bertolino, Presidente dell’Associazione Produttori del Nizza.

Il Nizza DOCG è una nuova denominazione (nata il 1° luglio 2016, #natailprimoluglio) che ha già grande successo sui mercati e nel gusto del consumatore.

Un caso studio di sistema virtuoso che lega 43 aziende su un territorio di 18 comuni in cui si può produrre la Barbera d’Asti Superiore Nizza.

Il Disciplinare riconosce Nizza – Nizza Vigna con invecchiamento minimo 18 mesi di cui 6 mesi in legno e Nizza Riserva – Nizza Vigna Riserva con invecchiamento minimo 30 mesi di cui 12 mesi in legno.

In 8 mesi di vita Nizza DOCG è un caso studio di successo. Quale crescita vi aspettate da oggi a 3 anni?

Il successo di una denominazione è strettamente legato al suo territorio inteso come caratteristiche del terreno o climatiche. Ma più ancora come unione di intenti dei sui attori principali, guidati da un gruppo di produttori motivati e determinati che hanno creato una squadra molto forte.

Squadra composta da piccoli produttori, aziende storiche, aziende più grosse e cantine sociali di qualità. Hanno risposto bene gli amministratori locali, i commercianti, i ristoratori e gli albergatori. Il successo arriva da un lavoro abbozzato negli anni ’90, concretizzato nell’associazione che ha guidato il percorso per 15 anni.

Oggi iniziamo a tirare le prime somme. La denominazione interessa, i mercati vogliono vini di qualità territoriali. Non è vero che le troppe denominazioni sono difficili da comprendere, al contrario suscitano curiosità ed interesse da parte dei consumatori colti e con buona propensione alla spesa per vini di personalità. La crescita? nel 2016 sono stati prodotti 5978 HL di vino Nizza DOCG per un totale di quasi 800.000 bottiglie. Di sicuro nei prossimo futuro raggiungeremo la fatidica soglia del milione di bottiglie. Considerato che ad oggi il potenziale della denominazione è di 4.500.000 di bottiglie possiamo affermare di essere sulla strada giusta.

A livello italiano e locale, come si posiziona il Nizza DOCG rispetto alle altre denominazioni piemontesi?

Il Piemonte è sinonimo di vini di alta qualità, raggiunta con i Nebbioli e con il Cortese ma anche con denominazioni minori in termini di numeri.

Il NIZZA vuole essere la superbarbera come dice un enologo locale di fama, anzi un vino di altissima qualità prodotto con uve barbera, ma diverso, legato al suo territorio e non a logiche di grandi volumi. A Livello italiano il NIZZA viene posizionato accanto alle altre grandi denominazioni piemontesi ed in termini di qualità non ha nulla da invidiare a nessuno. Ogni zona specifica ha il suo vino di riferimento. Barolo, Barbaresco, Timorasso, Gavi, Ruchè, e per il sud astigiano il Nizza DOCG.

E a livello estero, su quali mercati vi state concentrando e come state raccontando il Nizza DOCG?

Il mercato estero compra la metà della produzione. I mercati di riferimento come USA, Svizzera e Giappone sono tra i principali. I sommelier, i master of wine ed in generale i più influenti opinion leader conoscono la denominazione e sono stati coinvolti fin dall’inizio (quando nacque la sottozona) in degustazioni e seminari, ben prima del riconoscimento della nuova denominazione nel 2014.

Tutti i produttori sono stati i principali ambasciatori  con le loro etichette del Barbera d’asti Superiore NIZZA prima e del Nizza DOCG oggi.

Perchè si è arrivati ad una nuova denominazione? C’era bisogno in Piemonte di un’altra DOCG e perchè?

Il mondo della Barbera è molto grande e la sola denominazione Barbera d’Asti può essere prodotta in quasi 200 comuni. Una grande area che rispondeva ad una esigenza di quantità perché la domanda in passato era molto alta.

Il mondo è cambiato, il consumo è cambiato. Un mercato come gli USA, molto attento alla qualità, è più propenso a comprare vini di una qualità sopra la media. Ma richiede onestà e chiarezza ed una denominazione troppo grossa può generare diffidenza perché la qualità del prodotto può essere difforme.

L’esigenza riscontrata fin dall’inizio era quella di caratterizzare un vino prodotto con uve barbera 100%, e per farlo era necessario considerare e racchiudere gran parte della zona del Barbera d’Asti in sottozone.

Vero è che la qualità media di tutte le Barbere è cresciuta, ma Nizza DOCG ha un disciplinare diverso. 100% Barbera (le altre hanno un minimo di 85% Barbera), proviene da un territorio omogeneo per microclima e terreno (pur mantenendo specificità nei diversi 18 comuni), solo le migliori vigne possono essere riconosciute, inoltre tutti gli aderenti all’associazione (90% aziende) partecipano ad una degustazione alla cieca preventiva all’imbottigliamento per valutare il livello qualitativo e lo stile.

Cosa differenzia il Nizza da altri vini? Perchè un consumatore dovrebbe comprarlo?

Il Nizza DOCG nasce con un disciplinare scritto da produttori virtuosi che sono anche proprietari dei vigneti. Produttori che hanno l’intento di fare tutto il possibile per ottenere il massimo in termini di qualità.

E poi il vitigno Barbera genera vini adatti all’abbinamento con moltissimi piatti della tradizione italiana. Frutti rossi dolci e maturi, fresca acidità, tannino appena accennato sono una combinazione perfetta per un vino elegante. Inoltre ha una potenzialità di invecchiamento in bottiglia molto interessante.



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Dario Ujetto

Da adolescente senza computer a quasi quarantenne googleiano DOC. Ovvero: come passare dalla lettura del giornale cartaceo, alla scrittura di un blog in meno di un nano secondo. Ma mi occupo anche di marketing, cibo, libri e comunicazione.

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