Massimiliano Prete chiude al Quadrilatero Romano in via Stampatori, pizzeria aperta a fine 2022. Al suo posto arriva il gruppo palermitano Virga&Milano con il marchio Buatta Cucina Popolana, già presente al Mercato Centrale di Torino con discreto successo (il banco al Mercato chiuderà per concentrarsi sull’apertura).
La notizia si è diffusa ieri, in seguito ad un articolo del Gambero Rosso a firma Antonella De Santis.
Dopo Saluzzo, dunque, Massimiliano Prete lascia anche il secondo presidio torinese. Lasciando aperto solo il locale di via Mazzini, sempre a Torino. Ma cosa sta succedendo a livello imprenditoriale ad uno dei principali artigiani pizzaioli italiani?
Lo ha spiegato Valentina Dirindin su Dissapore, sentendo direttamente Prete. La cessione della seconda pizzeria Sestogusto sarebbe una decisione maturata in seguito alla realizzazione del progetto di un laboratorio della panificazione gestito direttamente da Massimiliano Prete. Che cerca dunque un maggiore focus.
Pur rispettando ai massimi livelli il lavoro di Massimiliano Prete, ci sembra una spiegazione di comodo. La ragione di voler seguire direttamente i propri progetti si scontra con la logica: avere due locali nella stessa città crea appunto economie di scala e di attenzione che sono compatibili con un terzo progetto.
Noi spieghiamo la chiusura con possibili debolezze organizzative del gruppo Prete (fare l’artigiano e l’imprenditore sono due mestieri diversi e a volte non compatibili) ma anche con possibili spiegazioni esogene all’azienda di Prete: Torino, forse, non può più reggere due Sestogusto.
La concorrenza locale e il rinnovamento di alcune insegne storiche, l’arrivo di nomi come Capuano e Sorbillo, marchi sempre più aggressivi come Pizzium, Crocca, Fradiavolo hanno saturato il mercato torinese. E competere è sempre più difficile. Anche se ti chiami Massimiliano Prete e sei indubbiamente un fuoriclasse.
Ma il ristretto circolo dei gastronomi e degli appassionati non sostiene da solo un progetto imprenditoriale. La stessa Berberè, marchio in grande salute dei fratelli Aloe, ha visto l’ingresso di Hyle Capital Partners.
Oggi la pizza, anche in Italia, è sempre di più anche finanza ed immobiliare. E chi è fuori soffre.
È prevista per metà novembre l’apertura della nuova sede torinese di Buatta Cucina Popolana, il ristorante della tradizione siciliana del gruppo palermitano Virga&Milano.
Un anno fa la trattoria siciliana approdava per la prima volta nel capoluogo piemontese per vivere l’esperienza al Mercato Centrale Torino – dando inizio ad un’armoniosa collaborazione con Umberto Montano. Oggi, l’incontro con Massimiliano Prete, apre nuove possibilità di accogliere il pubblico torinese.
Dal 1° novembre infatti le chiavi del locale di via Stampatori – che ha ospitato Sestogusto fino ad oggi – passano nelle mani di Stefania Milano e Franco Virga, con un simbolico passaggio di consegna che avverrà il 25 ottobre attraverso una cena evento a quattro mani di Massimiliano Prete e Fabio Cardilio in occasione del festival gastronomico Buonissima (con un menù di pizze a tema siciliano).
Il focus di Buatta Torino sarà in linea con la matrice siciliana: qualità della materia prima, esaltazione del territorio e rispetto della stagionalità. Ma la visione sarà più ampia e la tradizione proposta agli ospiti spazierà dall’Isola fino al Nord, tra piatti di mare e di terra, in una nuova sfida concettuale di cui Fabio Cardilio sarà l’executive chef.
In loco, la cucina sarà gestita dal giovane Moussa Coulibaly, che ha già dato prova di grandi capacità con l’esperienza da resident chef a Mercato Centrale Torino, dopo tanti anni a fianco di chef Fabio a Palermo.
“Abbiamo un forte legame con Torino e già da tempo avevamo subìto il fascino di questo locale e del palazzo storico in cui si trova. Per questo, quando abbiamo saputo che Prete stava cambiando i suoi progetti, abbiamo colto l’occasione per imbarcarci in questa nuova avventura”.
Esigenze che si incontrano quindi, secondo le parole di Stefania Milano, in un cambiamento che rende felici gli imprenditori coinvolti. Buatta Torino avrà circa sessanta posti a sedere all’interno e trenta all’esterno e parte del personale di Sestogusto sarà coinvolto nel nuovo progetto di Buatta, in un incontro tra passato e presente, tra Torino e Palermo, tra una storia da leggere e una tutta da scrivere.