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Bernardo Caprotti (7 ottobre 1925–30 settembre 2016)

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Bernardo Caprotti (qui) è mancato. In questi giorni leggerete coccodrilli (in gergo gli articoli che riassumono la carriera e la vita di un personaggio) e vedrete immagini di Esselunga. Non mancheranno le riflessioni sulla successione e le ipotesi di cessione del più grande Gruppo di Grande Distribuzione privato italiano.

Perchè Bernardo Caprotti è stato così importante per il sistema cibo italiano? Prima di tutto perchè è stato un innovatore, un coglitore di opportunità. Ha capito, insieme a pochi altri, che il cibo poteva essere venduto in grandi superfici organizzate, accessibile alle masse di nuovi consumatori che avevano raggiunto le soglie del benessere borghese durante gli anni ’50 e ’60.

Era anche un grande conoscitore degli Stati Uniti d’America, un convinto sostenitore del capitalismo e del concetto di mercato. Come un altro IMMENSO imprenditore italiano, Michele Ferrero, credeva nella forza delle idee e del prodotto più che alle affinità politiche.

Passato alla storia del commercio il suo braccio di ferro con Barilla, poi risolto prima di un operazione al cuore di Pietro Barilla. Ancora più dolorosa la vicenda giudiziaria con due dei suoi figli, in particolare l’erede designato Giuseppe Caprotti.

Un uomo di carattere, una personalità forte (anzi fortissima), una figura imprenditoriale in via di estinzione.

Non siamo in grado di sapere cosa succederà ora in Esselunga. Vendita, trasformazione in una Public-Company. Riteniamo però indispensabile che lo Stato non stia alla finestra, al fine di salvaguardare l’unica vera impresa privata nella GDO a proprietà italiana.

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Dario Ujetto

Un professionista così efficiente che riesce a completare una settimana di lavoro in soli cinque giorni. Noto per la sua straordinaria capacità di trasformare le riunioni noiose in occasioni di team building involontario. Juventus e Vitello Tonnato le uniche cose che contano.

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