Il Caffè Fiorio riapre, così scrive La Stampa odierna a firma Diego Molino.
Da lunedì una nuova gestione ri-avvierà i saloni storici. Ma in una città incapace di rispettare e ricordare il proprio passato, basterà?
Il locale storico è ora affidato ad una vecchia conoscenza della ristorazione del centro cittadino, Vito Strazzella (già San Carlo e Caval d’ Brons) affiancato dalla figlia Noris.
Apertura 7 giorni su 7 con una squadra di 15 persone, orario lungo dal mattino alla sera. Fiorio ha anche differenti franchising in giro per la città, ma non dovrebbero rientrare nella nuova società di gestione.
Cosa dire? Le sale da oltre 200 persone di capienza hanno bisogno di lavori di ristrutturazione; e per tornare ai fasti del passato non basterà la buona volontà.
Il Caffè Fiorio è uno dei simboli di Torino, ma anche di via Po che è una delle vie più difficili di Torino. Piena di librerie e librai, ma anche di negozi da pochi euro.
Giustamente Strazzella punta al ritorno dei grandi eventi (da Eurovision ad ATP) ma anche dei turisti e delle guide.
Ma per un vero rilancio non saranno sufficienti. Qualità ma anche la necessità di far rivivere il locale come centro di diffusione culturale necessiteranno di programmazione e di un’alleanza con tante realtà cittadine.
Vedremo se il Caffè Fiorio saprà sfruttare questa occasione, ovviamente ce lo auguriamo.
In questi mesi abbiamo visto molte novità e nuove gestioni, il Platti su tutte ma anche Pfatisch ed ovviamente Peyrano. Il 2022 sarà l’anno della verità.