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Rossorubino compie 20 anni e guarda al futuro fra ricordi e progetti

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Rossorubino compie 20 anni. L’enoteca dei fratelli Gazzera è uno dei punti di riferimento di Torino e fucina di talenti.

Abbiamo chiesto ad Edoardo Gazzera di raccontarci dei simpatici aneddoti di questi 20 anni di apertura e di parlare di futuro.

L’Enoteca Rossorubino è “Maestro da sempre” per il progetto Maestri del Gusto di Torino e provincia.

“Quando ti guardi indietro per vedere cosa è capitato negli ultimi anni 20 anni, ti sembra di vedere solo un muro di nebbia. Poi lentamente si dirada e cominciano ad affiorare ricordi, anedotti e un fiume in piena di emozioni. Come raccontare tutto questo in poche parole e con qualche esempio icastico? Provo, andando per categorie”.

Il produttore al Rossorubino

Per quanti ne siano passati, non ho alcun dubbio nel riconoscere in Olivier Krug il produttore che maggiormente mi ha emozionato e, allo stesso tempo, ha minato le mie certezze. E dire che ne ho visti di produttori entrare da quella porta, ma Monsieur Krug è andato oltre dimostrandosi il miglior venditore che abbia mai visto in vita mia.

Appuntamento concordato con il Gruppo LVMH (attualmente proprietaria della Maison Krug che Olivier ha venduto loro) per consentire all’ultimo erede della dinastia Krug (6 generazioni) di incontrare un gruppo di 10 tra i nostri migliori clienti e appassionati champagnisti.

Per farla breve: con un aplomb straordinario, un’eleganza regale e al contempo dei modi accomodanti e amichevoli che ti mettono completamente a tuo agio, è riuscito ad intrattenerci per quasi 2 ore, prima di iniziare la degustazione, spiegando la storia della sua famiglia, la filosofia aziendale e gli obiettivi futuri.

Alla fine di tutto il discorso, che cosa ne abbiamo tratto io e i miei commensali? Che dovevamo ritenerci fortunati a pagare la Grand Cuvée appena 200 € a bottiglia (nel frattempo il prezzo è salito ben più dell’inflazione) per quel nettare dorato. Mi ha sinceramente convinto del fatto che fosse uno straordinario rapporto qualità/prezzo. Un genio della comunicazione: nei modi, nei contenuti, nella teatralità. Un carisma straordinario di valore non distante dai suoi eccezionali Champagne.

La situazione imbarazzante

Periodo di Natale, una signora elegante e ben vestita, ma purtroppo inesperta in quanto astemia, entra per comprare un regalo di rappresentanza. Dopo essersi fatta spiegare le differenze tra una rosa di diversi Champagne, risponde al nostro dipendente: “Guardi, è stato chiarissimo e le sue spiegazioni davvero esaustive. Mi ha quasi convinto
a comprare questa bottiglia. Però, sa…, come dire…, questa scritta sull’etichetta “Brut” è così inelegante, non è che per caso ne un’altra senza questa dicitura?”.

Complimenti al mio dipendente che è riuscito a mantenere una calma olimpica senza far trapelare alcuna (o quasi) sorpresa.

Le Olimpiadi (Torino 2006)

Se esiste un capitolo glorioso nella storia della nostra enoteca sicuramente è quello legato alle Olimpiadi. Due settimane di clienti straordinari da ogni parte del mondo. Vendita di bottiglie altrimenti “complicate da smaltire” (per usare un eufemismo) a ritmo quotidiano.

Mai viste così tante carte di credito platinum come in quei giorni. Di anedotti di quel periodo ne avrei numerosi, come il gruppo di ragazze americane che lavorava per la TV nazionale statunitense con l’esclusiva per le Olimpiadi che non riuscivano a raggiungere lo stadio perchè non c’erano più taxi e così siamo partiti con 2 macchine, lasciando il
Rossorubino scoperto, per portarle a destinazione in tempo.

Ma il ricordo indelebile è quello legato a un gruppo di una decina di russi che non hanno davvero badato a spese. Ciò che ci colpì non fu tanto il conto da pagare, bensì il modo di bere durante il pasto. Come su un ottovolante passavano da uno champagne a un distillato per poi passare ad un bianco, scendere fino ad un the, dunque un altro distillato per proseguire con un Barolo, inframezzato da una birra, a cui seguiva un rosè. E così via per tutto il pomeriggio: più che un percorso nel gusto, delle autentiche montagne russe.

Noi italiani che sappiamo sempre tutto

Una sera abbiamo organizzato una degustazione alla cieca guidata: a ciascun partecipante davamo un foglio con l’elenco dei 15 vini in mescita e bisognava incrociare i numeri di ciascuna bottiglia nascosta con la rispettiva denominazione.

Ci sono stati alcuni più bravi e altri meno, ma solo uno ha fatto 15/15, indovinando 3 vini soltanto mettendo il naso dentro al bicchiere. Uno svedese, appassionato di vini, abituato dal padre a bere fin da piccolo, senza condizionamenti o preconcetti.

E noi, presuntuosi, che pensiamo sempre che all’estero siano tutti dei barbari incapaci di apprezzare e capire la nostra storia e cultura.

Rossorubino: divulgazione e passione

L’evoluzione del mercato ha coinvolto anche il nostro settore fino a raggiungere la nostra nicchia di mercato. Quando abbiamo aperto, siamo stati la prima enoteca che, a latere della funzione di “bottiglieria”, proponeva una somministrazione articolata in servizio del pranzo e dell’aperitivo.

Rendendoci conto della piega che aveva preso il mercato con l’esplosione di numerosi canali differenti di distribuzione, abbiamo cercato di specializzarci in differenti tipi di produzioni di nicchia: nascono così le importazioni dirette; i micro produttori locali; i “guru” introvabili; i nuovi emergenti.

Raggiunto questo obiettivo, abbiamo pensato di crescere nell’offerta ristorativa.

Abbiamo messo in secondo piano taglieri e piatti freddi, per passare ad una vera e propria cucina espressa, composta da professionisti di alto livello (come le loro carriere hanno poi confermato). Siamo dunque passati ad una nuova sfida: la presenza con un nostro punto vendita all’interno dell’aeroporto Sandro Pertini di Caselle per intercettare la domanda potenziale dei turisti in transito.

In 3 anni di contratto, il Covid ci ha concesso pochi mesi di attività e solo alcune giornate di vera soddisfazione.

Ma la vocazione turistica non è morta qui. Approfittando della nostra. capacità divulgativa, fiore all’occhiello della casa, abbiamo deciso di scommettere sul turismo esperienziale.

Se prima i nostri corsi di vino e le serate tematiche erano rivolte ad un pubblico di appassionati torinesi, ora ci riproponiamo di diventare il punto di riferimento in
ambito enogastronomico per i turisti appassionati (o anche semplicemente interessati) a saperne di più dei nostri vini, del nostro territorio, della nostra tradizione.

Stiamo quindi sviluppando una serie di iniziative e di accordi commerciali con altre aziende del settore turistico (da qui la collaborazione per l’affitto delle e-bike) e ricettivo (con una serie di convenzioni con hotel e case vacanze) per promuovere dalle degustazioni alle cene di abbinamento per singoli e gruppi, fino allo stappo delle bottiglie della cantina privata.

In occasione dei nostri 20 anni, abbiamo redatto una carta dei vini esaustiva contenente tutte le bottiglie che abbiamo affinato fino al 2012 negli infernot della nostra cantina. Circa 1200 bottiglie per poco più di 500 referenze differenti in un tripudio di etichette da ogni dove, con un focus particolare legato ai vini piemontesi e borgognoni.

E’ il frutto di quasi 15 anni di passione, ricerca e amore, iniziato ancor prima del Rossorubino, quando gestivamo la vineria Bacucco, nel Quadrilatero Romano e ci chiedevamo che evoluzione avrebbe avuto quel ’99 o quell’altro ’96.

Tutto questo, agli occhi dei turisti (ma anche degli appassionati torinesi, compresi coloro che si avvicinano a questo mondo) non si limita alla mera vendita o somministrazione di una bottiglia, ma viene corredata da spiegazioni, dettagli e anedotti per spiegare cosa c’è al di là dell’etichetta, del tappo e della mera sensazione gustativa.

Insomma, trasformare il prodotto vino in racconto e condivisione per arricchire e potenziare l’esperienza.

Con questo spirito ci siamo lanciati nella collaborazione con le ATP che ha comportato la nostra presenza al Fan Village in occasione delle Finals.

E con il medesimo ardore ed impegno cercheremo di avere ulteriori occasioni per metterci al servizio della divulgazione e per. far conoscere gli aspetti più suggestivi (ancor più perchè talvolta nascosti) del nostro territorio, della nostra tradizione, delle persone che la vivono e da cui riescono a trarre le numerose eccellenze enogastronomiche che noi nativi ben conosciamo.



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Dario Ujetto

Un professionista così efficiente che riesce a completare una settimana di lavoro in soli cinque giorni. Noto per la sua straordinaria capacità di trasformare le riunioni noiose in occasioni di team building involontario. Juventus e Vitello Tonnato le uniche cose che contano.

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