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CIBO: QUALE FUTURO PER LA VENDITA RETAIL?

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Come blog possiamo permetterci il lusso di riflettere sul futuro del cibo e sulle sue modalità di vendita. Perchè è vero che è giusto produrre bene e con nuove tecnologie sostenibili, ma è anche necessario (anzi vitale) venderlo e raccontarlo al pubblico.

Spesso le aziende, sia piccole che grandi, sono alle prese con scadenze, costi, fatture, fatturati, trimestrali, oscillazioni di materie prime e non prestano molta attenzioni alle tante innovazioni giunte sul mercato.

CREA International, società di consulenza specializzata nella creazione di Brand Design, ha iniziato a ragionare sull’esperienza cliente nel percorso di acquisto del cibo (The Food & Beverage 2015 Trend Vision).

Molti concetti tornano prepontemente alla ribalta anche in altre ricerche simili, ma sono comunque utili per confermare la presenza di trend che non possono essere più ignorati.

La ricerca di CREA International coinvolge sia il settore retail food che il delicato rapporto fra connessione allo smartphone (modalità always on) e realtà circostante.

SMART CONNECT

La connessione continua fra cervello del consumatore e smartphone spinge le aziende a cercare l’attenzione delle persone sia con il lancio di nuove app (indirizzate alla creazione di consigli, informazioni per un consumo più consapevole o semplicemente per indirizzare gli acquisti online) e l’introduzione delle stampanti 3D in un contesto retail. Apripista sono le aziende anglosassoni come Amazon, Marks&Spencer, Hershey.

ON DEMAND

Il ritorno dell’esperienza personalizzata e in realtime è un vecchio leitmotiv del marketing esperienziale. Ma l’arrivo sul mercato della generazione Millenials (sempre connessi, abituati a non aspettare) sta spingendo le grandi catene di ristorazione e i nuovi imprenditori a ibridare i propri modelli di business e di retail.

Eataly in Italia ha lanciato il supermercato con ristoranti annessi, e tutti dal 2006 in avanti si sono accodati. Nuove formule di ristorazione veloce, nuovi laboratori o recupero di formule della tradizione sono all’ordine del giorno.

L’esperimento di ristorazione per single di Eenmaal a Londra è l’esempio citato dalla ricerca.

ESPERIENZA CIBO

Il cibo come esperienza è il Santo Graal di tutte le aziende e gli Chef internazionali. Da sempre i grandi ristoranti stellati offrono esperienze sensoriali e percorsi di eccellenza. La vera sfida è rendere popolari, replicabili e flessibili le diverse esperienze.

Tutte le catene ristorative stanno immettendo tecnologia (immersiva o meno) e coinvolgendo Chef di fama per creare esperienze memorabili e in grado di creare fidelizzazione e distinzione. Alcune esperienze sono state disastrose (es. Gualtiero Marchesi/McDonald’s) altre limitate nel tempo (es. ShakeShack/Bottura).

Da non sottovalutare trend che potrebbero rivelarsi dirompenti, come il vegan, il gluten-free e il ritorno dell’homemade.

CONCLUSIONI

Ci pare che la ricerca di CREA International fotografi chiaramente i trend più stimolanti per la vendita e il consumo retail del cibo. Cosa portarci a casa e cosa consigliare ad una realtà artigianale, che non ha la potenza di fuoco di una Multinazionale?

Il futuro della vendita retail del cibo è riassumibile in un concetto, la COERENZA. Vince chi è coerente con il suo pubblico.

La COERENZA di prodotto e messaggio attira l’attenzione del pubblico e fidelizza. Ad un artigiano si può anche perdonare l’assenza di un sito ben fatto, ma non sicuramente l’incoerenza sulla qualità del prodotto.

La COERENZA è il vero fattore di distinzione sul mercato. Se mi chiamo McDonald’s e uso la Chianina non sono più coerente, e la mia operazione fallisce. Se sono uno stellato e utilizzo Groupon non sono coerente, e creo disvalore per il mio marchio.

La tecnologia sul punto vendita sarà sempre più importante ed accessibile, ma continuerà ad essere uno strumento e non il fine.



Dario Ujetto

Da adolescente senza computer a quasi quarantenne googleiano DOC. Ovvero: come passare dalla lettura del giornale cartaceo, alla scrittura di un blog in meno di un nano secondo. Ma mi occupo anche di marketing, cibo, libri e comunicazione.

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