Spesa alimentare: cosa abbiamo comprato in quarantena?

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Cosa comprendeva la spesa alimentare degli italiani durante il lockdown? Nomisma, in collaborazione con CRIF, lo ha chiesto a circa 1.000 italiani. “Come e perché sta cambiando le nostre vite” è un’indagine che terrà monitorata la situazione nazionale per circa dodici settimane. Le abitudini gastronomiche delle famiglie si sono modificate durante il periodo di confinamento in casa, complici diversi fattori come l’aumento del tempo e delle occasioni per cucinare.

Gli ingredienti più utilizzati in casa

I consumi degli italiani si sono diretti verso ingredienti base, come lievito e farina. In ascesa, anche i prodotti a lunga conservazione, come i surgelati, i multipack e i prodotti pronti. In particolare, c’è stata una riscoperta degli alimenti locali, la filiera corta e il Made in Italy, complice anche la volontà di sostenere le produzioni nazionali. Nonostante il periodo difficile, gli italiani non si sono gettati sul comfort food, ma hanno provveduto a comprare ingredienti di qualità per preparare a casa piatti sani, concentrandosi sul proprio benessere.

Spesa alimentare: boom della vendita di riso

Il lockdown spinge i consumi del riso italiano: +74.000 tonnellate vendute dai produttori agricoli nel trimestre febbraio-aprile rispetto allo stesso periodo nello scorso anno. I dati arrivano direttamente dall’Ente Nazionale Risi, il cui presidente Paolo Carrà commenta i dati. “Il mercato del riso di questi ultimi mesi è stato segnato dalla situazione in maniera inaspettata, con motivazioni certamente legate alla pandemia Covid-19. Le maggiori vendite sono dovute ad un aumento della domanda da parte del consumatore e a una consistente diminuzione di importazioni dal Sud Est asiatico. Le maggiori vendite hanno riguardato risi da contorno e da parboiled e le varietà classiche quali Carnaroli, Arborio e Roma. In calo, invece, le vendite di risi tondi tipici per il sushi”.

Il vino

Nonostante la chiusura di bar e ristoranti e il calo dell’export, le vendite di vino online e quelle nei supermercati sono cresciute in modo considerevole: +7,9% (+ 6,9% a valore) rispetto allo stesso periodo nel 2019. Nel dettaglio, i vini Doc e Docg sono cresciuti del 6,8% (+ 7,6% a valore), i vini Igp e Igt del 10,5% (+7,7% a valore), i vini comuni del 7,2% (+4,1% a valore), le bollicine dell’1,2% (+1,6% a valore). Durante la quarantena, precisa l’Iri nella ricerca per Vinitaly, i vini Doc e Docg sono aumentati del 9,9%, mentre i vini Igt del 4,0%. In calo, però, le bollicine che sono scese del 5,4%, mentre il Prosecco è cresciuto dell’8,3%. In ripresa il vino in brik, che a marzo è cresciuto dell’8,8%.

Prosegue intanto la crescita del vino biologico, che nel primo trimestre 2020 ha venduto 1 milione e 559 mila litri, con un aumento del 19%. “Nella Distribuzione Moderna si è comprato più vino perché il consumo a casa ha sostituito, in parte, quello fuori casa, ma è diminuita la spensieratezza e quindi la volontà di stappare uno spumante,” commenta Virgilio Romano, Business Insight Director di Iri. Da inizio anno la crescita maggiore la registra il vino IGP ed il vino comune.

Quale futuro aspetta la spesa alimentare?

Come spiegato nell’articolo del sole 24 ore, a cura della società di consulenza Prometeia, non possiamo sapere se torneremo a consumare e spendere come prima della quarantena. Le nostre abitudini di spesa durante il lockdown sono cambiate, certo. Prima della pandemia causata dall’emergenza Covid-19 la spesa media per le famiglia ammontava a 527 euro al mese. Durante il primo dell’emergenza sanitaria siamo saliti a 620 al mese. Ci aspettiamo che nella fase di superamento, ovvero post quarantena, la spesa media si stabilizzi intorno ai 553 euro al mese.