GLI AIRONI RISI&CO – IL RISO ITALIANO E PIEMONTESE

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 GliAironi Risi&Co è l’ennesima azienda di eccellenza piemontese.
Pluripremiata ed innovativa è il frutto di un know-how di cinque generazioni (la gestione è in mano alla famiglia Perinotti) e di una visione ambientale per coniugare business, eccellenza e sostenibilità.
Ha deciso di rispondere alla domanda il responsabile Maketing Gabriele Conte.
Mi pare che la risicoltura italiana abbia vissuto le stesse fasi del sistema vino. Il passaggio virtuoso dalla quantità alla qualità. Qual’è stata la chiave di volta di questo cambiamento strategico?
I grandi cambiamenti delle economie produttive sono sempre dovuti a passaggi critici epocali. Dopo anni di protezionismo dopo gli anni ’80 i risi dal mondo hanno potuto invadere il mercato europeo facendo crollare i prezzi del prodotto tant’è che negli anni ’80 il Carnaroli greggio era venduto a 90000 £ al quintale mentre oggi è a 30 € al quintale.
Negli anni ’90 i produttori che hanno saputo interpretare per primi questo passaggio hanno intuito che la strada era quella di incontrare il mercato del consumatore anziché rivolgersi alla grande industria vendendo riso greggio sfuso in grandi quantità
E’ così che sono rinate (la stessa cosa era nelle cascine durante e dopo la seconda grande guerra) le micro-riserie in azienda e i piccoli produttori si sono specializzati chi nella vendita al dettaglio nello spaccio aziendale, chi nella proposta di fattoria didattica chi come noi affrontando il mercato nel segmento di alta gamma con un marchio che lentamente è diventato riferimento di qualità per ristoratori e gourmand italiani ed stranieri.
Quali sono i numeri economici del settore?

Quanto pesa l’estero?

 Attualmente pesa il 40% del fatturato totale, il “goal” è raggiungere nel corso del 2013 il 50%.

La vostra azienda è sostenibile ed attenta all’ambiente?

L’attenzione all’ambiente è un tratto che caratterizza l’azienda. Da sempre la scelta è stata quella di investire sulla qualità, adottando metodi di coltivazione a ridotto impatto ambientale e sperimentando tecniche innovative, come la creazione di una serie di canalizzazioni sotterranee che permettono di
traslocare l’acqua su tutta la superficie della risaia, senza dover ricorrere al percolamento, che porterebbe all’ultimo campo irrigato acqua esausta.
Un ulteriore vantaggio di questo miglioramento colturale deriva dal fatto che nei canali sotterranei non si sviluppano le malerbe e quindi non sono necessari interventi chimici per il controllo delle infestanti, inquinanti per le acque di irrigazione.
Grazie a questo tipo di sistemazioni idrauliche, che consentono tecniche di agricoltura meno forzate, si è creato un ecosistema molto ospitale per le specie nidificanti ai nostri climi, tanto che gli Aironi Cenerini, un tempo in via di estinzione, sono tornati a popolare le nostre risaie.

Come selezionate la vostra presenza nei diversi canali distributivi?

Partendo da una produzione che esalta la qualità, la segmetazione tra i diversi canali distributivi è stata abbastanza naturale.
Prediligiamo quindi una distribuzione che della qualità e dell’eccellenza fanno bandiera, pur riscontrando che anche GD e GDO per stare ai passi con la richiesta di mercato, hanno elevato il livello dell’offerta.

Come vivete il rapporto con la rete? Opportunità o indifferenza?

Fin dal 1998 abbiamo partecipato alla vita in rete, a partire dall’esperienza con Esperya (il volano per molte Aziende confermatesi poi leaders dell’eccellenza eno-gastronomica), in cui Michele Perinotti (fondatore di Risi&Co ed attuale socio) gestiva sul portale la sezione Pasta&Riso.
Nel 2003 Risi&Co. è la prima azienda in Italia ad avere un blog (gestito da Massimo Bernardi – Dissapore).
Nel giro di un paio di anni abbiamo intensificato la nostra presenza in rete, non soltanto aggiornando i contenuti del nostro sito “istituzionale” ma soprattutto frequentando i social network (FB, Twitter, ecc.), canale questo che ci ha allargato gli orizzonti comunicativi ed in parte commerciali.
Dall’utilizzo prettamente “social” sono in un secondo tempo nati scambi con addetti al settore e soprattutto con i foodbloggers, con i quali tessiamo intensi scambi d’opinione e di collaborazione.
L’utilizzo di questi nuovi canali inoltre ci ha permesso di avvicinarci al consumatore
in modo da raccogliere le opinioni direttamente dall’ “ultimo” (primo per importanza) anello della filiera.