La FIPE ha preparato un protocollo di sicurezza per ripartire

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La domanda che attanaglia migliaia di ristoratori in Italia è “come ripartire e con quali regole?”

La FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) ha stilato un protocollo di sicurezza (testo completo non diffuso e riservato ai soci) per la ripartenza:

  • Un metro di distanza tra i tavoli;
  • Mascherine al personale di sala e cucina (come da indicazioni delle autorità sanitarie);
  • Accessi differenziati, dove possibile, per i clienti in entrata e quelli in uscita;
  • Pagamenti preferibilmente digitali direttamente al tavolo;
  • Monitoraggio quotidiano delle condizioni di salute dei dipendenti;
  • Pulizia e sanificazione dei locali;
  • Gel igienizzante a disposizione di tutti.

Sono solo alcune delle misure che i ristoratori italiani sono pronti a predisporre immediatamente, per favorire una riapertura il più rapida possibile delle loro attività.

Proposte contenute all’interno di un protocollo di sicurezza stilato da un gruppo di lavoro organizzato dalla Fipe, sotto la supervisione scientifica di un qualificato infettivologo.

Trentacinque pagine in cui si rappresentano le procedure di sicurezza da applicare in bar, ristoranti e servizi di catering.

“Il mondo della ristorazione è pronto a ripartire, impegnandosi a garantire la sicurezza con uno specifico protocollo organizzativo delle attività, messo a disposizione della categoria, al fine di tutelare i rischi di contaminazione sia per i clienti che per i dipendenti – sottolinea il presidente di Fipe, Lino Enrico Stoppani – ma è chiaro che non basterà per un ritorno immediato alla normalità.

Fino a quando saranno in vigore le misure di distanziamento sociale, con le diverse modalità di fruizione dei servizi dei Pubblici Esercizi, è evidente che non si potrà lavorare a pieno regime. È dunque indispensabile che le istituzioni supportino economicamente il settore in questa fase transitoria”.

“Per realizzare questo protocollo – prosegue il presidente – abbiamo seguito le indicazioni delle autorità sanitarie e ci siamo avvalsi di una consulenza scientifica di primo livello”.