La ristorazione chiede la cedolare secca sugli affitti

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Vincenzo Ferrieri di UBRI ha parlato alla rivista Food Service di crisi strutturale della ristorazione, avanzando la proposta di una cedolare secca sugli affitti.

“La crisi della ristorazione da temporanea è diventata strutturale, tanto più adesso con il forte rincaro dei prezzi energetici e delle materie prime” denuncia Ferrieri.

L’Associazione rilancia con due richieste precise al governo Draghi.

Cedolare secca sugli affitti come priorità

La prima richiesta di UBRI riguarda gli affitti degli spazi commerciali.

Un tema nodale, sempre rimasto inascoltato” precisa Ferrieri, facendo riferimento alle 1.500 location distribuite sul territorio nazionale dei locali in gestione ai marchi delle società associate.

Tanti i ricorsi presentati dalle società di ristorazione, nessuno dei quali si è risolto a loro favore.

Per questo Ubri chiede all’esecutivo di consentire ai proprietari dei muri.

Applicare la cedolare secca anche agli affitti di spazi commerciali, per poter condividere con noi affittuari il controvalore del loro risparmio sulle tasse.”

Parità di trattamento su tutta Italia

La seconda richiesta riguarda l’estensione della legge 178 sul credito di imposta immediato per chi acquisisce beni strumentali, ovvero per chi investe in sviluppo, a tutto il territorio nazionale.

Attualmente la legge riguarda solo gli imprenditori del Mezzogiorno, scelta ritenuta iniqua da UBRI.

Le imprese associate Ubri impiegano a 20.000 dipendenti, età media è di 23 anni.

I loro brand hanno piani di sviluppo importanti e stanno aprendo nuovi punti vendita, creando altri posti di lavoro.

Abbiamo cercato e trovato i fondi per investire appena la pandemia ci ha ridato respiro, ora abbiamo bisogno di essere riconosciuti e sostenuti attivamente, senza elemosine, ma con piani strutturali di lungo periodo, perché la pandemia ha lasciato nelle nostre aziende delle perdite che vanno recuperate nel medio e lungo periodo” conclude Vincenzo Ferrieri.