Eataly può correre ancora? Parla Andrea Cipolloni

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Sfido i lettori a dire al volo chi sia Andrea Cipolloni. Dopo gli anni di esposizione mediatica farinettiana, Eataly è tornata a lavorare nell’ombra.

Tentando la strada difficile del ritorno alla redditività. Con meno proclami ed una strategia che vede il mercato USA centrale se non fondamentale.

Intervistato da La Stampa, Andrea Cipolloni traccia il bilancio di un anno di gestione e i piani futuri. Alla luce del cambio di proprietà e del passaggio anche simbolico fra periodo farinettiano e nuova stagione.

Quello che mi appare stupefacente sono le parole iniziali dell’intervista; cioè aver preso in mano un’azienda che dopo il Covid aveva smesso di innovare. Peccato mortale per chi è ancora piccolo nel mercato della GDO.

Ripartiranno investimenti (250 milioni€) ed aperture, ma attente al mercato. USA appunto centrale. Italia ancora in sviluppo, ma con molta attenzione al travel retail e al pubblico internazionale.

“Puntiamo a quota un miliardo di fatturato a fine 2025. Quest’anno chiuderemo a 675 milioni”.

Oggi negli Stati Uniti, Eataly fattura 470 milioni€. Tra il 2010 e il 2022 ha aperto 9 punti vendita. Ma l’obiettivo è farne 20 nei prossimi quattro anni.

Appena inaugurato il secondo punto vendita a Toronto, altri saranno il terzo a New York (SoHo).

Spiga Cipolloni che in America il posizionamento del marchio è fortissimo. I piani sono ambiziosi e Cipolloni racconta come è avvenuto il cambiamento: “Più che altro abbiamo riflettuto su cosa fare, cosa smettere di fare e come innovare. Per esempio, con il progetto che abbiamo dedicato al tonno rosso del Mediterraneo, che si basa su un metodo di pesca selettivo esclusivamente con l’amo. Abbiamo un peschereccio che pesca solo per Eataly piccole quantità di tonni. Ma penso anche al progetto del whisky 100% Made in Italy o ai prodotti a marchio Eataly. Che non vogliono assolutamente essere una private label”.

Andrea Cipolloni ha spinto e spingerà sulla managerializzazione della struttura e sulla diversificazione dei formati. Con l’Italia destinata ad essere secondaria e concentrata appunto sul travel retail.