ALLA SCOPERTA DEL PISTACCHIO VERDE DI BRONTE CON FABIO BONACCORSO

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Abbiamo parlato con Fabio Bonaccorso della Evergreen sul prodotto italiano che in questi anni ha illuminato il mercato del made in Italy; il pistacchio verde di Bronte. La nostra curiosità nasce da un post di Cronache di Gusto sulla contrapposizione fra pistacchio di Bronte e pistacchio siciliano.

“La produzione di pistacchio siciliano nella zona del brontese si aggira intorno alle 1900 tonnelate ogni 2 anni (caratteristica tipica del pistacchio di Bronte è la raccolta biennale, ndr) pari allo 0,9% della produzione mondiale” – afferma Bonaccorso.

“Le colture si estendono per circa 3150 ettari che equivale all’ 86,7% dei terreni coltivabili della provincia di Catania (Bronte, Adrano, Biancavilla, ndr)continua Bonaccorso e c’è una distinzione tra pistacchio siciliano e pistacchio verde di Bronte D.O.P.; molti produttori brontesi, quasi il 48% hanno deciso di non aderire al consorzio di tutela D.O.P. sul pistacchio. Ciò comporta una declassificazione sul prodotto senza certificazione D.O.P. che, pur essendo prodotto a Bronte, non può essere chiamato tale ma prende quindi il nome di Pistacchio siciliano”.

Questa spaccatura produce confusione sul mercato e un dumping sul prezzo fra gli stessi produttori.

“Come potrà dedurre, la qualità fra i due prodotti è pari in ogni sua caratteristica, ma per acquistare il Pistacchio D.O.P.  si spende in media circa  € 3,10 al kg in più rispetto al pistacchio siciliano – ci spiega Bonaccorsoe le grosse industrie preferiscono acquistare prodotto siciliano dalle stesse qualità ma a un prezzo nettamente inferiore pur non potendo chiamare “di Bronte” alcun articolo prodotto con quella materia prima”.

Afferma il produttore“se il nostro consorzio di tutela del pistacchio fosse attivamente presente fra i problemi dei produttori e delle aziende, la soluzione potrebbe essere di agevolare e incoraggiare tutti i produttori di pistacchio di Bronte ad ottenere la certificazione. Così facendo esisterebbe solo il “Pistacchio Verde di Bronte D.O.P.” e allora si che
sarebbe un’altra storia”
.
Conclude Bonaccorso“per quanto riguardano le frodi, basta cercare sul frutto al naturale il marchio D.O.P. che le invio in allegato. Non le nascondo che molti hanno già trovato degli espedienti per poter aggirare i regolamenti. Fortunatamente, il Ministero delle Politiche agricole e alimentari dello Stato con la collaborazione della Guardia di Finanza e del Corpo Forestale, svolgono attivamente controlli sulle frodi commerciali”.