LARIVERA CIOCCOLATO – COME VIVE UN’IMPRESA ARTIGIANA

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Oggi parliamo con Antonella Larivera dell’omonima azienda produttrice di cioccolato dagli anni ’60.
Impresa artigiana di eccellenza, trova ad operare in un mercato ricco ma estremamente concorrenziale.
Cosa vuol dire essere oggi un’impresa artigiana all’interno del panorama della Food Valley piemontese?
Essere un’impresa artigiana significa tramandare una tradizione che nel caso della nostra azienda affonda le radici nella famiglia. Quindi un quadro che ha un plus valore nella riproposta oggi di un patrimonio fatto di lavoro, esperienze, consigli, corsi, lezioni teoriche e pratiche, anche errori.  Essere artigiani significa fare parte di una rete, una grande rete fatta da aziende come la nostra, certe più piccole, certe più grandi che nell’insieme costituiscono la grandezza dell’enogastronomia piemontese con le sue specialità uniche, irripetibili, non clonabili.  
Potete riassumerci i passi fondamentali della vostra azienda? Quali sono i numeri del vostro business?
La nostra storia si può riassumere brevemente: il trasferimento dal Molise, la pasticceria dei genitori, l’arrivo di Fabio che ha orientato la produzione sul cioccolato e che è diventato sicuro punto di riferimento per molte aziende molto conosciute, torinesi e non solo. Una produzione per la vendita diretta con proprio logo e per conto terzi. Proprio per questa duplice veste, più ancora che per altre aziende, è fondamentale la correttezza e quindi il rispetto per il cliente e il prodotto consegnato. Si tratta di conciliare le proprie necessità ed esigenze, quelle dei singoli clienti e presentarsi sempre al cliente
come se si lavorasse sempre e solo per lui, con attenta cura alla personalizzazione di alcune ricette e non solo.
Come vorreste posizionare il vostro marchio in futuro (da qui a 5 anni)? E’ ipotizzabile un’espansione all’estero con o senza un sistema di sinergie?
Proprio per quanto appena scritto, la gestione del marchio per la nostra azienda differisce da quella delle aziende che non fanno conto terzi. Sicuramente l’apertura a mercati esteri potrebbe diventare una buona opportunità. Resta da verificare se con il proprio marchio o lavorare per clienti stranieri o italiani che desiderino installarsi all’estero o che già abbiano filiali estere.