Quando iniziamo il processo di acquisto di un bene alimentare dovremmo farlo in modo consapevole e razionale. Conoscere la filiera della carne aiuta a orientarsi meglio e capire quali operatori lavorano per la salute del consumatore e il benessere animale e quali lavorano per il semplice profitto di breve periodo.
Carne sicura e sostenibile: come individuarla?
Il concetto a monte è proprio questo: salute del consumatore e benessere animale sono collegati, il secondo è conditio sine qua non per la vendita sul mercato di un prodotto sicuro e sostenibile.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha compiuto, con modi burocratici, un’opera di generalizzazione che colpisce quelle aziende e persone che lavorano per allevamenti puliti e sostenibili.
Ricordiamo che “razza piemontese”, “allevato in Italia”, “allevato a terra” sono solo alcuni degli slogan che gli esperti di marketing propinano per venderci una tipologia di carne piuttosto che un’altra.
Il consumatore tende sempre e solo a focalizzare l’attenzione su pochi aspetti della filiera agroalimentare, importanti certo, ma che da soli non garantiscono di acquistare un prodotto sano, genuino e di qualità.
Dove inizia la filiera: lo svezzamento del vitello
La nascita e lo svezzamento del vitellino rappresentano il vero e proprio inizio della filiera della carne.
Diverse stalle in provincia di Cuneo, tra Bra e Pollenzo, hanno come filosofia aziendale la non mungitura delle vacche. Nutrirsi per 3/4 mesi con il colostro, il primo latte materno, garantisce al vitellino lo sviluppo di un sistema immunitario più forte. Tale sistema lo preserverà da tante malattie, riducendo e annullando, nella maggior parte dei casi, l’utilizzo di farmaci. Addirittura si azzerano i piani vaccinali.
Bovine da carne e bovine da latte
Esistono due tipologie di allevamenti: le bovine da carne e le bovine da latte. Nel primo caso il vitello nasce e rimane con la madre fino a circa 4/6 mesi e la produzione giornaliera è di 10 litri massimo.
La bovina da latte, invece, è selezionata perché produce più latte. Oggi, a fronte di una produzione media di circa 26 litri al giorno, alcuni animali riescono a produrre anche 50 litri al giorno.
In una filiera della carne virtuosa, una bovina da latte (generalmente Frisone bianche-nere) partorisce il suo vitello e lo nutre. Negli allevamenti intensivi, il vitello viene tolto e allevato con latte artificiale o latte di vacca insieme ad altri vitelli della sua età. La madre viene munta e il latte viene venduto. Vacca e vitelli vengono allevati separatamente.
Per gli allevatori di fattrici che seguono la non mungitura c’è un mancato guadagno dalla vendita del latte. Il prezzo di acquisto del vitello svezzato sarà però più alto. Ma è questo il primo importante passo verso una crescita sana dell’animale e, soprattutto, lontana dai farmaci durante la fase di crescita e allevamento.