ANDREA GUERRA COSA PORTERA’ DENTRO EATALY?

Andrea Guerra, ad di Luxottica Group, oggi, 08 novembre 2013, in occasione del convegno organizzato da Intesa Sanpaolo e Pambianco: "Made in Italy senza Italy. I nuovi scenari della moda e del lusso". ANSA / MATTEO BAZZI

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La notizia era in circolo da tempo. Dal 1° ottobreAndrea Guerra, ex AD di Luxottica, entrerà in Eataly come Direttore Esecutivo.

L’obiettivo è il raddoppio dei ricavi in due anni e l’accompagnamento della struttura alla quotazione in Borsa Valori.

Dalle colonne del Financial Times, il manager definisce Eataly come una delle aziende simbolo del capitalismo italiano contemporaneo.

Lontano dalle tentazioni politiche e da ruoli governativi (era consulente del Governo Renzi) Guerra torna in campo.

E lo fa in un’azienda cool ma ancora piccola. Da qui la priorità, definita da Guerra, di raddoppiare i ricavi (qui analisi).

Cosa porterà il manager-socio (con una quota vicina al 5%, pare) alla creatura di Farinetti?

Prima di tutto un know-how manageriale forgiato sulla gestione di realtà globali e globalizzate.

Eataly entra in una fase “adulta” dove è ormai indispensabile avere una linea di comando definita.

L’ inserimento di Guerra (che è un top-player) in una realtà come Eataly è una bella notizia. Raddoppio dei ricavi significa maggior valore negli store aperti e nuove “aperture” su piazze asiatiche, americane, mediorientali.

Spingere sul franchising con soci locali, ma anche investimenti sulla logistica. Oltre ad una razionalizzazione della catena di controllo di Eataly Distribuzione. L’esperienza di Guerra è cruciale in questa fase.

Se Eataly cresce, cresce il cibo italiano all’estero. Questa è ormai una realtà, con buona pace dei critici.