Mercato Ittico Torino: simbolo di una città in difficoltà
Inchiesta e problemi di sviluppo.
Mercato Ittico Torino è da molti mesi al centro di un’inchiesta. La conclusione delle indagini portano la conferma, secondo l’accusa, della dirigente del Comune Paola Virano.
Ma lasceremo all’accusa e alle difese e alla magistratura giudicante la conclusione della vicenda, che in questo momento non interessa alla nostra analisi.
Registriamo però che un punto di assoluto rilievo che emerge dalle indagini è lo scarso interesse commerciale per uno dei luoghi più conosciuti e di interesse turistico per Torino (il mercato Ittico di Porta Palazzo).
Fra aste deserte, difficoltà a capire destinazioni d’uso, emerge che non c’è la fila per investire nel recupero dell’area.
L’attivismo della dirigente Paola Virano (sia nell’area Ittico che al Mercato Centrale) appare quello di una professionista impegnata a valorizzare un’area di interesse generale e di assoluto interesse per una città sempre più turistica.
La mancanza di progetti imprenditoriali concreti appare come un brutto segnale per Torino. Non esistono realtà che immaginano e pianificano progetti sostenibili nell’area del cibo e dell’ospitalità.
La trasformazione in Hub culturale immaginata da Agostino Riitano per Torino Capitale della Cultura è comunque un progetto ancora sulla carta.
Soluzioni? Ovviamente non ne posso avere. Bisogna però capire la radice del problema: mercato scarso, procedure farraginose, altre aree più attrattive, turismo in crescita ma non ancora capace di reggere progetti sostenibili? Troppe aree disponibili sul mercato?
Ad oggi la sola OGR sembra in piena salute: Mercato Centrale è in sostanziale pareggio dopo anni di difficoltà, EDIT in Barriera cerca ancora una sua sostenibilità definitiva. Vivacchia Combo.
E la vicenda Palazzo del Lavoro alle porte di Torino Sud è emblematica. Troppe aree da riqualificare, poche idee concrete ed un mercato interno troppo debole per reggere.



