Selvatiq porta il “foraging” nel mondo degli Spirits

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Di “foraging” in cucina si parla da qualche anno.

La new wave della cucina nordica ha fatto puntare i riflettori su questa pratica, tradotta nell’andare a raccogliere cibo ed erbe selvatiche in boschi e montagne. Per poi inserirle in ricette e in cibo commestibile.

Ma il brand di spirits Selvatiq è andato oltre: ha inserito la pratica del “foraging” nelle bevande distillate e soft drinks come soda ed ha associato produzioni nomadiche in grado di conservare i sapori dell’habitat di raccolta.

L’azienda è stata fondata nel 2019 da Valeria Margherita Mosca e Charles Lanthier.

“C’è tutta una nuova gamma di sensazioni organolettiche e nuovi ingredienti da scoprire, è il parco giochi degli chef, una nuova frontiera di sperimentazione – spiega Valeria Mosca, già fondatrice di Wood*ing – wild food lab, un laboratorio di ricerca sulla raccolta, la conservazione e l’utilizzo del cibo selvatico in cucina – rispetto solo ad un anno fa però noto un interesse crescente fra le persone comuni”.

I fondatori hanno esplorato gli angoli più incontaminati della Valtellina e hanno lanciato sul mercato i primi tre prodotti a marchio Selvatiq

Si tratta di un bitter, di un vermouth e di un gin, quest’ultimo caratterizzato non tanto dal classico ginepro quanto dai fiori di tiglio, ma nella ricetta compare anche la salvia e il trifoglio, da 40% vol e realizzato in appena cinquemila bottiglie da mezzo litro.

“Inizialmente il gin doveva avere i fiori di acacia come botanica dominante” spiega Valeria Margherita Mosca “ma la stagione non ne ha permesso la raccolta e quindi ci siamo orientati sul tiglio”.

Il “foraging” di Selvatiq è solo conservativo, cioè si tende alla raccolta di sole specie invasive e quindi non si altera l’ecosistema.

Principale protagonista del bitter, infatti, è una delle piante più notoriamente infestanti: la gramigna, della quale si usano le radici che donano toni dolci al distillato.

Mentre per il vermouth oltre alle gemme di pino e di abete rosso, vengono utilizzate piante come il tiglio la cui grande diffusione è stata eccessivamente spinta dall’uomo, botaniche che conferiscono le loro naturali note balsamiche delicate ed eleganti.

Tirature limitate, ed un’offerta di prodotti sostenibili più di tanti frutto della ricerca e del lavoro manuale che ha come target iniziale il mondo della ristorazione e del bere autentico.

Come ha sintetizzato Charles Lanthier “non ci interessa la moda, ci interessa la sostenibilità ambientale e il territorio”.

Esplorata la Valtellina, il team Selvatiq ha esplorato il “bacino” di raccolta del fiume Mincio che da Mantova sfocia nel Po.

Arrivando in realtà fino al delta del grande fiume, concentrandosi su quelle piante invasive che minacciano l’ambiente autoctono sia vegetale sia, in qualche caso, animale.

E una di queste botaniche protagoniste del progetto Selvatiq nel Gin Rosso è il loto, che con la sua diffusione sta comprimendo spazi vitali per altre specie vegetali e togliendo ossigeno alla fauna acquatica.

La gamma si estende anche alla Sardegna, alla Valmalenco e alla Sicilia, con prodotti Spirits per la mixologia e ristorazione o a soft drinks sode e acque toniche.

Selvatiq: la gamma dei prodotti

Si può acquistare online la selezione di distillati italiani artigianali: gin, bitter, vermouth, drinks alcolici naturali, realizzati da estratti di botaniche selvatiche raccolte a mano, nel rispetto della biodiversità e sostenibilità.

Da bere puri per assaporarne tutti i sentori o in miscelazione con una delle sode toniche naturali come Alpine Forest e Mediterranean Coast.

Le Soda acqua tonica sono bevande analcoliche naturali a basso contenuto calorico e con pochi zuccheri, prodotte in Italia grazie al foraging su territori straordinari nel rispetto della biodiversità e sostenibilità. 

Le Soda possono essere bevute fredde lisce o con ghiaccio o in miscelazione per un Wild Gin Tonic italiano dal gusto unico.