I Cento Torino 2017: critica alla critica

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I Cento Torino 2017 è uscita. La Guida meglio focalizzata sulla ristorazione torinese è da ieri in tutte le librerie ed edicole.

Un classico letterario, curato da Luca Iaccarino e Cavallito&Lamacchia. Per essere precisi, i nomi sono saliti a 110, con citazione di 50 vini da abbinare.

La prima impressione, leggendo la Guida, è che Torino sia ben messa. Lo sosteniamo da anni, la città è uno dei luoghi migliori in Italia (se non il migliore) per rapporto qualità/prezzo. Ciò rende il mercato della ristorazione iper-concorrenziale, con buona pace degli improvvisati che a Torino hanno da sempre vita dura.

Da recenti indagini, si è calcolato che il torinese spende per il suo pasto fuori casa poco più di 1.100€ all’anno. Poco, tanto? Diciamo che da osservatore attento, continuo a pensare che il ristoratore di qualità torinese sia un eroe civile.

Detto questo, sulla classifica delle “50 Piole” si è deciso un profondo turnover, con inserimenti come DBWine-Food-Spirits, Pescheria Gallina, Scalo Vanchiglia. Mancano, a nostro parere, Opposto Restaurant e Cocktail  e Sotto La Mole (ma come dice Iaccarino citando Clint Eastwood, le classifiche sono come le palle, ognuno ha le sue…).

La classifica dei ristoranti di Torino conferma Combal.Zero primo e  Del Cambio secondo. Se questi due nomi appaiono ormai intoccabili (il Messi e Ronaldo della ristorazione torinese?) continua a non convincerci il 9° posto di La Credenza e il 7° di Magorabin. Registriamo la bella novità di Villa Somis e del suo Chef Stefano Chiodi Latini, che a nostro parere merita di più della 36° posizione.

Stefano Sforza e il suo Les Petites Madeleines (al Turin Palace Hotel) sono bassi alla 24° posizione, mentre è stato giusto premiare Alessandro Mecca e la squadra Spazio7. Destinati a salire anche Ivan Milani e il suo Piano35.

Non vi resta che andare a comprare la Guida, replicata anche per Milano e Roma.

I Cento Torino 2017, EDT, dal 10 novembre in vendita.