LoverBeer, uno dei birrifici pionieri delle birre acide italiane, chiude e trasforma il progetto.
La realtà di Marentino, aveva messo in vendita l’impianto ad inizio anno. E ieri sulla pagina Facebook dell’azienda la conferma della chiusura.
Andrea Turco ribatte la notizia su Cronache di Birra, parlando di un momento di riflessione dell’intero comparto. La quota di mercato delle artigianali si attesta al 3% nazionale, e i numeri di Assobirra parlano, seppur contenuti, di cali di produzione e consumi.
Ovvio che in un mercato stagnante, la corsa all’integrazione o alla chiusura di diverse realtà sia la conseguenza naturale.
Valter Loverier, fondatore di LoverBeer, ha lasciato comunque la porta aperta a collaborazioni legate al mondo brassicolo.
Azienda fondata a Marentino nel 2009, LoverBeer è stata una delle realtà più innovative della scena brassicola italiana, per la scelta coraggiosa di specializzarsi in fermentazioni miste e birre a forte carattere territoriale.
In un’epoca in cui dominavano soprattutto le luppolate di stampo americano, Valter Loverier scelse di unire ingredienti locali come mosti d’uva e frutta autoctona con tecniche d’ispirazione belga.
Il risultato fu una gamma di birre uniche, che ha saputo conquistare mercati internazionali e fiere di riferimento, senza mai rinunciare a una forte identità artigianale.