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Gay-Odin: un pezzo di Piemonte nel cuore di Napoli

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Napoli, si sa, è un crocevia di culture, un luogo dove storie provenienti da ogni dove si intrecciano creando un tessuto unico e inimitabile.
Tra queste storie, una delle più affascinanti è quella di Gay-Odin, un marchio che ha portato un pezzo di Piemonte nel cuore della città partenopea.
Esiste un pezzo di Piemonte nel cuore di Napoli: Gay-Odin. Ecco la storia.

Le origini piemontesi

Tutto ebbe inizio nel lontano 1888, quando il giovane cioccolatiere piemontese Isidoro Odin lasciò la Val Pellice, terra di antica tradizione dolciaria, per cercare fortuna a Napoli. Isidoro non era solo: con lui c’erano i segreti della lavorazione del cioccolato appresi in famiglia e un sogno nel cassetto, aprire una cioccolateria che si distinguesse per l’eccellenza dei suoi prodotti.

L’incontro con Onorina Gay

Il destino volle che Isidoro, prima di partire per Napoli, scrivesse a Bartolomeo Gay, un rinomato cioccolataio e amico di famiglia, per chiedere la mano della figlia. Bartolomeo gli concesse la mano della primogenita, Onorina. Dal matrimonio tra Isidoro e Onorina nel 1898, oltre a un solido legame affettivo, nacque un sodalizio professionale che avrebbe dato vita al marchio Gay-Odin.

La nascita di un’icona

Nel 1920, Isidoro aprì la sua prima fabbrica di cioccolato in via Vetriera. Nello stesso anno, creò uno dei suoi prodotti più iconici, il tronchetto Foresta, un brevetto esclusivo Gay-Odin.
Questo tronchetto, realizzato con sottili sfoglie di cioccolato ripiegate a mano, divenne presto un simbolo dell’azienda.
L’espansione Negli anni ’60, Giuseppe Maglietta ereditò l’azienda dagli zii e, affiancato da Isidoro Odin, ne apprese tutti i segreti. Maglietta diede un nuovo impulso all’azienda, aprendo nuovi punti vendita e portando il marchio Gay-Odin oltre i confini di Napoli.

La riapertura della storica sede

Oggi, Gay-Odin è un marchio affermato, con diversi punti vendita a Napoli, Milano e Roma.
E la storia continua, con la recente riapertura della storica sede di via Chiaia 237. Dopo un attento restauro, questo gioiello di Art Nouveau è tornato a splendere, riportando alla luce gli arredi e le atmosfere di fine Ottocento.
Un ritorno alle origini che celebra la passione e la creatività di Isidoro e Onorina, e che continua a deliziare i palati di napoletani.


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Dario Ujetto

Un professionista così efficiente che riesce a completare una settimana di lavoro in soli cinque giorni. Noto per la sua straordinaria capacità di trasformare le riunioni noiose in occasioni di team building involontario. Juventus e Vitello Tonnato le uniche cose che contano.

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