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Davide Scabin e il naming LGBT#1: appropriazione culturale?

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Succede che Davide Scabin abbia da un anno battezzato il menù del ristorante Carignano LGBT#1. E succede che Cavallito&Lamacchia lo omaggino su La Repubblica Torino (edizione del 25 ottobre).

Fin qui nulla di male, il trio Iaccarino-Cavallito-Lamacchia non ha mai fatto mistero di ammirare lo chef di Rivoli e più volte lo hanno definito “genio”.

Ma la riflessione non riguarda la costruzione gastronomica, che non ci interessa e che sarà certamente eccellente. L’attenzione, cade sul nome.

LGBT di Scabin sta per “Long Gourmet Brainstorming Time”. Ma ovviamente LGBT è l’acronimo di lesbiche, gay, bisessuali e transgender, in uso fin dagli anni ’90.

E’ un adattamento dell’acronimo LGB, usato per indicare la comunità di persone non eterosessuali o cisgender dalla fine degli anni ’80, in quanto molti trovavano che il termine comunità gay non rappresentasse accuratamente tutti coloro a cui si riferiva.

Ai nostri giorni l’acronimo è diventato LGBTQIA+, in cui viene aggiunta la A di asessualearomantico o agender.

A seguito dell’articolo su La Repubblica, alcune influencer e addette ai lavori hanno sollevato pesanti dubbi sull’opportunità di utilizzare una sigla che indica le lotte per i diritti delle persone non eterosessuali nel mondo, soprattutto anglosassone.

Un’appropriazione culturale, utilizzata per indicare un percorso gastronomico per nulla inerente la storia delle comunità lesbiche, gay, bisessuali e transgender.

Noi pensiamo che queste riflessioni e critiche siano legittime, e che Davide Scabin abbia sbagliato a cercare una provocazione del genere.

Le parole contano, le idee e la storia anche. E l’argomento è terribilmente serio, in un mondo dove non essere pubblicamente eterosessuale è ancora reato in sessanta nazioni.

La sensibilità, nel 2024, è un concetto che in ogni campo va oltre le proprie competenze. Sensibilità non è solo abbinare ostriche, banana e chorizo ma anche capire che le parole hanno peso e significato.

E’ un ragionamento troppo woke o wokista? No. Chi scrive guarda con orrore gli estremisti woke americani e la cancel-culture (che definisco “fascisti rossi”) ma allo stesso tempo penso che sia arrivato il momento di pensare al peso di certe provocazioni.

Foto copertina: Cook_Inc.

Negli anni Novanta attivisti lesbiche, gay e bisessuali adottarono l’acronimo LGB per descrivere la loro comunità – un termine che da allora si è ampliato per diventare più inclusivo. Ciò è stato possibile soprattutto grazie all’opera di persone come questi attivisti che parteciparono alla parata del Pride del 1975 a Boston.

FOTOGRAFIA DI Spencer Grant, Getty Images.



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Dario Ujetto

Un professionista così efficiente che riesce a completare una settimana di lavoro in soli cinque giorni. Noto per la sua straordinaria capacità di trasformare le riunioni noiose in occasioni di team building involontario. Juventus e Vitello Tonnato le uniche cose che contano.

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