Guida Sushi 2025: i 3 migliori di Torino secondo Gambero Rosso

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La Guida Sushi 2025 del Gambero Rosso ha selezionato i migliori ristoranti in Italia, premiandone 32 con Tre Bacchette.

Torino e il Piemonte si distinguono con tre insegne molto conosciute fra gli appassionati, ognuno con una storia differente: Kensho, noto l’alta qualità delle materie prime; Wasabi, apprezzato per la stagionalità dei prodotti; Le Petit Restaurant Japonais di Avigliana, che offre un’autentica esperienza giapponese.

Milano domina la scena con locali di spicco come Poporoya e Iyo Omakase, mentre altre regioni come Campania, Emilia Romagna e Lazio vantano anch’esse eccellenze nel settore.

Il Premio Speciale I Maestri del Sushi, riconoscimento alla carriera dei più grandi chef che hanno fatto scuola in materia di cucina giapponese, è andato a 8 nomi:

  • Francesco Preite di Moi Omakase a Prato;
  • Ignacio Hidemasa Ito di Otoro81 a Napoli;
  • Haruo Ichikawa di Ichikawa a Milano;
  • Masashi Suzuki di Iyo Omakase a Milano;
  • Hirazawa Minoru di Poporoya a Milano;
  • Ikeda Osamu di Shiro Poporoya a Milano;
  • Wicky Priyan di Wicky’s Innovative Japanese Cuisine a Milano;
  • Yoshinobu Kurio di Yoshinobu a Milano.

Guida Sushi 2025: indirizzi a Torino

Kensho: da anni l’insegna si posiziona ai massimi livelli della ristorazione giapponese grazie a Max Chiesa. L’ultima svolta è un ritorno verso la tradizione giapponese, accantonando le tendenze fusion che caratterizzano sempre più questo settore della ristorazione. Si sceglie fra un tasting menù di 7 portate, l’Omakase Experience (a 120 euro): piena fiducia negli chef, con possibilità di personalizzare il percorso con la degustazione di Wagyu Miyabi.

L’altro menù, il Gingko (5 portate a 95 euro), è un bel percorso fra usuzukuri (carpaccio di orata), omakase nigiri, ramen e la cotton cake, nuovo ed etereo dessert. Altri percorsi tematici sono sul tema del tonno rosso del Mediterraneo e sulla carne di Wagyu. Fra i nuovi piatti, da segnalare il tonkatsu di maialino da latte e il goloso Wagyu Sando.

Wasabi: la storica insegna, fra le prime a portare la cultura giapponese a Torino, si ripresenta rinnovata sotto la guida di Masanori Tezuka e della sua squadra, già apprezzati in un altro ristorante cittadino, il Miyabi (temporaneamente chiuso, con riapertura prevista a fine 2024).

Nell’intimo locale si viene accolti con discrezione e cortesia, c’è anche la possibilità di mangiare sul tatami. Tezuka propone una cucina giapponese tradizionale, puntando sulla stagionalità dei prodotti e sulla qualità della materia prima.

Ne sono un esempio la ventresca di tonno rosso, le capesante di Hokkaido o il morone che arriva solo in determinati periodi dell’anno dalle acque di Corsica e Sardegna.

Per le verdure si punta su produttori locali che si dedicano alle colture specifiche per la cucina giapponese. A tavola, con l’Omakase menù di 7 o 9 portate ci si affida allo chef, oppure c’è la possibilità di scegliere da un’ampia carta.

Da segnalare gli okonomiyaki (con pancetta o gamberi) tipici della cucina di Osaka e la tagliata di Wagyu. Il lunedì è la serata del ramen. Fra i dessert si fanno apprezzare i mochi serviti con gelato e frutta di stagione. Molto curata la carta dei sake, dei liquori e dei distillati giapponesi.

Le Petit Restaurant Japonais: è approdato nel centro di Avigliana, in una bella location dalle volte di mattoni a vista, il ristorantino giapponese di Naomi Sonoda e Simone Oberto.

Il posto perfetto per una vera esperienza di tradizione nipponica, articolata in piatti caldi e freddi. Innanzitutto il sushi, certo: makizushi (con gamberi e lattuga, ad esempio), con materia prima selezionata, riso cotto alla perfezione; nigiri di ventresca di tonno, ma anche di Wagyu; nikumaki onigiri (involtini di carne ripieni di riso).

Cinque menù degustazione, dai 45 euro del Miyazaki, un’introduzione ideale ai sapori del Giappone, ai 140 euro del Wagyu Ozaki Premium, il percorso più ricco, con 10 portate.

Guida Sushi 2025: gli altri ristoranti piemontesi citati

A Torino da provare anche Arcadia, classico in galleria Subalpina, Homu su corso Turati ai margini della Crocetta, Japs in corso Dante e il Koi Japanese Fusion Restaurant a pochi passi da piazza San Carlo. Oinos, infine, in via della RoccaShizen in viale Thovez nella precollina torinese.

Ad Asti segnalato Wei Sushi, appena fuori del centro città. A Bra c’è Tako Bra, in corso Garibaldi. A Cuneo nominato Torii Ristorante Washoku non lontano dal centro storico. Hizumo è a Fossano in via San Giovanni Bosco con un piacevole dehors per i mesi estivi. E a Varallo c’è Mambo Tony Sushi in via Scarognini.

Italia: i premiati

La lista completa del Gambero Rosso dei migliori ristoranti di sushi con le Tre Bacchette:

Abruzzo

Oishi Japanese Kitchen (Teramo)

Campania

Japit (Benevento)
Otoro 81 (Napoli)
Vero-Omakase Rooftop (Nola, Na)
Umi (Salerno)

Emilia Romagna

Seta (Bologna)
Yuzuya (Bologna)
Uni Restaurant (Cervia, Ra)

Lazio

Hasekura (Roma)
Kiko Sushi Bar (Roma)
Kohaku (Roma)
Sushisen (Roma)

Lombardia

Ichikawa (Milano)
Iyo Omakase (Milano)
Nobu Milano (Milano)
Nobuya (Milano)
Osaka (Milano)
Shiro Poporoya (Milano)
Wicky’s Innovative Japanese Cuisine (Milano)
Yoshinobu (Milano)

Marche

Tetsu (Ascoli Piceno)

Piemonte

Le Petit Restaurant Japonais (Avigliana, To)
Kensho (Torino)
Wasabi (Torino)

Puglia

Fugu Restaurant (Lecce)
Fusion (Lecce)
Yuki Cucina Giapponese (Noci, Ba)
Frank Sushi Club (Terlizzi, Ba)

Sardegna

Mizuna Japanese Restaurant (Olbia)

Sicilia

Hio Sushilab (Palermo)

Toscana

Moi Omakase (Prato)

Umbria

Il Vizio (Perugia)

Per ulteriori dettagli, consulta gli articoli su TorinoToday e Fanpage.