Giandujotto di Torino verso il riconoscimento IGP

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La giunta Cirio (Regione Piemonte) ha accolto la richiesta di riconoscimento dell’Indicazione Geografica Protetta per il Giandujotto di Torino.

Una giornata importante per i cioccolatieri torinesi, capitanati da Guido Castagna, che da tempo lottano per proteggere questa propria e vera icona della città.

È stato fatto dunque un passo importante verso la nascita della denominazione IGP del giandujotto.

Il dossier è stato trasmesso al Ministero delle Politiche Agricole, dove si lavorerà per affinare la proposta di disciplinare, cioè il documento che fissa gli standard del prodotto.

Un ingrediente su tutti sarà il vero fattore identitario: la nocciola del Piemonte IGP tostata.

Un altro pezzo pregiato dell’industria enogastronomica piemontese che, in questo modo, si lega al marchio“Giandujotto di Torino”.

Fondamentali a questo punto i prossimi mesi.

Dopo la presentazione del disciplinare, è iniziata la fase di raccolta delle osservazioni. Aziende, associazioni di categoria e produttori hanno inviato le loro richieste di modifica della “carta fondamentale” alla base del futuro prodotto IGP.

“Il comitato è disposto a discuterle tutte con l’obiettivo di trovare una soluzione che sia di interesse generale” spiega Angelo Borra, il segretario del comitato per l’IGP “Giandujotto di Torino”.

Dopo questa fase, potrà, ancora prima della futura approvazione europea, essere protetto da una tutela provvisoria. Traguardo atteso tra 12 mesi.

A sostenere il progetto una trentina di artigiani del cioccolato piemontese con in testa Guido Castagna e Guido Gobino, la Camera di Commercio di Torino e alcuni produttori di Nocciola Piemonte IGP delle Langhe.

Il comitato richiedente, ha coinvolto la Scuola di Economia e il Dipartimento di Agraria dell’Università di Torino per la definizione di un disciplinare di produzione del Giandujotto di Torino che definisca la forma, la qualità, le materie prime da utilizzare e i diversi metodi di lavorazione da certificare.

Giandujotto di Torino: dove nasce?

I Caffarel, inventori del giandujotto, avevano il loro stabilimento in via Balbis (quartiere San Donato) in una ex conceria

La sua data di nascita è il 1865: in quell’anno, per idea della Caffarel, nasceva il cioccolatino simbolo di Torino, che era anche il primo cioccolatino incartato al mondo. Cioccolato finissimo e nocciole del Piemonte, aggiunte all’impasto per meri motivi economici.

L’idea di mischiare al cacao finissimo le nocciole venne a Michele Prochet, ma fu nel 1865 che la Caffarel produsse il cioccolatino a forma di barca rovesciata.

Caffarel avevano il loro stabilimento in via Balbis, nel quartiere San Donato: il cioccolatino si chiamò inizialmente ël givo, parola che in piemontese indica il maggiolino ma anche il mozzicone di sigaretta.

È proprio al mozzicone che si ispirò la Caffarel, perché la forma può far pensare a un piccolo sigaro.

Il nome non era destinato a durare: dopo poco tempo fu ribattezzato giandujotto, legando per sempre il nome del burattino inventato ad inizio ‘800 da Giovanni Battista Sales e da Gioachino Bellone anche a quello dell’impasto di cioccolato e nocciole.

All’epoca, Gianduja era popolarissimo: il nome fu azzeccato, perché in questo modo il giandujotto fu distribuito durante i carnevali e divenne vero simbolo dell’industria dolciaria torinese.

Che cos’è l’IGP?

IGP (Indicazione Geografica Protetta) è una certificazione che identifica un prodotto originario di un luogo, di una regione o di un paese alla cui origine geografica sono attribuibili una data qualità, la reputazione o un’altra caratteristica.