L’economia rigenerativa in Piemonte può generare filiere?

Share

L’economia rigenerativa in Piemonte è una realtà ormai da tempo. Ma può generare nuove aziende e posti di lavoro?

Partiamo dalla definizione di economia circolare o rigenerativa. Secondo la definizione della Ellen MacArthur Foundation economia circolare “è un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera”.

L’economia circolare è dunque un sistema economico pianificato per riutilizzare i materiali in successivi cicli produttivi, riducendo al massimo gli sprechi.

Immagine derivata da Sfridoo

L’economia rigenerativa o circolare è un punto di vista che rovescia i valori che hanno dominato il XX secolo.

Da uno sviluppo lineare e centrato sulle sostanze minerali (materie prime), si passa a una visione che proietta la logica gestionale della vita e della natura, cioè lo scambio, il riciclo e il recupero, come elementi base del sistema relazionale: come sostiene Ellen MacArthur, fondatrice dell’omonima fondazione “l’economia circolare è un’economia pensata per potersi rigenerare da sola“.

L’Italia e l’economia circolare

La società bolognese Sfridoo ci ricorda che la Commissione Europea ha approvato un pacchetto di norme sulla circular economy che obbligherà i Paesi membri a riciclare almeno il 70% dei rifiuti urbani e l’80% dei rifiuti da imballaggio, oltre al divieto di gettare in discarica quelli biodegradabili e riciclabili.

È un’economia che protegge l’ambiente e permette di risparmiare sui costi di produzione e di gestione, producendo degli utili. E in questo l’Italia è in un’ottima posizione nel quadro europeo.

Dal documento del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare “Verso un modello di economia circolare per l’Italia” per quanto riguarda il settore rifiuti, la produzione di urbani e speciali risulta pari a 178 milioni di tonnellate. Invece relativamente ai processi di riciclo, aumentano le potenzialità per rendere sempre più circolare l’economia italiana.

La Commissione Europea prevede 580.000 posti di lavoro, di cui solo in Italia 190.000, con dei risparmi annui del 72 miliardi di euro per le imprese europee.

Puntare sull’Economia Circolare vuol dire quindi stimolare la creatività delle PMI italiane in funzione della valorizzazione economica del riuso di materia. Un input strategico di grande rilevanza con il passaggio da una necessità ad una opportunità.

L’economia rigenerativa in Piemonte: quale opportunità?

Anche in Piemonte qualcosa si muove, e sempre più imprenditori e associazioni intermedie stanno capendo le potenzialità di questo approccio. La Regione Piemonte ha dato visibilità al progetto della bioraffineria Saturno.

E sempre il Piemonte sta diventando un cluster interessante per gli investimenti agricoli e commerciali sul bambù gigante e nella lombricoltura (con l’esperienza Conitalo).

L’economia rigenerativa in Piemonte mostra buona volontà ma i risultati sono ancora lontani. Lo rivela un’indagine condotta da Unioncamere Piemonte.

La principale motivazione che spinge verso i principi di economia circolare è la riduzione dei costi, mentre il principale ostacolo la mancanza di esperienza o carenza di competenze sul tema. Dall’analisi effettuata è emerso come il 43% circa delle imprese manifatturiere intervistate non sia ancora a conoscenza dei principi base dell’economia circolare.

A livello di settori, le carenze conoscitive più consistenti riguardano le industrie del legno e del mobile (47,8%) e quelle meccaniche (46,8%).

Tra le imprese manifatturiere piemontesi che dichiarano, invece, di conoscere i principi base dell’economia circolare, meno del 10% applica tali principi in maniera sostanziale, il 48% li attua solo parzialmente, mentre il 43% non li applica.

Il 31% di aziende ha già ridotto i rifiuti, il 46% sta iniziando a farlo e circa il 10% di aziende sta programmando queste azioni per il futuro. Il 45% sta già svolgendo e implementando attività di riduzione dei materiali/uso materiali riciclati/eco-design, il 20% sta pianificando queste azioni per il futuro, mentre un 10% dichiara di non avere in programma queste azioni.