Costadoro Social Coffee: che cos’è?

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Costadoro Social Coffee è un progetto strategico del marchio torinese del caffè.

Per realizzarlo l’azienda ha coinvolto il Costadoro Diamante ed assunto una delle figure più popolari della scena torinese, ovvero Giulio Panciatici.

In parole povere Costadoro Social Coffee è uno spazio di riflessione dove comunicare la cultura del caffè ed elevare la bevanda.

Tutto in ottica di Third Coffee Wave, un trend che finalmente sta arrivando anche in Italia e sta scalfendo la nostra arroganza.

Il format sarà replicabile in Italia e all’estero, sotto la responsabilità di Antonio Cesarano per la parte franchising e di Giulio Panciatici per la parte educativa.

Costadoro Social Coffee: render e molto altro

Lo staff coordinato da Panciatici sarà di cinque persone. Oltre all’utilizzo di attrezzature come la Modbar di Marzocco, i prodotti serviti prevedono diversi “filtri” e modalità di estazione del caffè.

Ovviamente sarà venduto caffè anche per l’utilizzo domestico. Costadoro Social Coffee sarà un luogo dove dialogare con il barista, non certo un luogo di consumo veloce.

Giulio Trombetta, AD di Costadoro, parla chiaramente di un progetto finalizzato ad elevare la percezione del caffè e quindi il marchio Costadoro.

Costadoro Diamante continuerà la sua attività, e al suo fianco opererà questo nuovo “laboratorio”.

Costadoro Social Coffee e la Third Coffee Wave

Il termine third wave of coffee fu coniato nel 2002 da Trish Rothgeb, un tostatore norvegese che lo utilizzò in una newsletter destinata all’associazione Speciality Coffee Association of America.

Il termine è nato dalla convinzione che i consumatori di caffè nel Nord Europa e nei paesi anglosassoni siano passati attraverso diverse fasi di approccio alla bevanda.

La prima ondata, caratterizzata da una scarsa attenzione alla qualità, è stata quella dominata dai prodotti solubili: il caffè era un bene di prima necessità, buono per espletare soprattutto la funzione di sveglia mattutina.

Le abitudini dei consumatori sono cambiate con l’avvento delle catene di caffetterie – Starbucks in primis – che hanno trasformato l’assunzione di caffè in un’occasione di condivisione: la caffetteria diventa un luogo di incontro, dove si trascorre il tempo libero e anche quello lavorativo, con il caffè come contorno. È la seconda ondata.

Per quanto riguarda la terza ondata, invece, ci troviamo di fronte alla ricerca di un caffè che potremmo definire artigianale sotto ogni punto di vista.