Biova Project è ormai un progetto di economia circolare fra i più celebrati.
Certamente non lo scopriamo noi, anzi da sempre ne vogliamo scrivere per contribuire a farli conoscere.
L’idea è semplice ma geniale, recuperare il pane che andrebbe sprecato e farne birra artigianale. Il Biova Project si rivolge ad aziende, ristoranti e distributori e offre la possibilità di creare una filiera corta locale, utilizzando apunto gli scarti del pane.
A differenza di tante aziende, per loro il 2021 è stato un anno di grande crescita.
Tanti sono stati i comarketing (come quello con Eataly) e sulla loro pagina Linkedin è stato pubblicato il record di impatto del 2021.
Una bella storia di Natale e un bel successo torinese.
Biova Project e Eataly
Dal pane alla birra il passo è breve.
Lo sanno bene Biova Project e Eataly Lingotto: dalla loro unione d’intenti infatti nasce la birra Biova Eataly, fatta a partire dal pane invenduto della Panetteria di Eataly.
Biova Project è una startup di food innovation fondata nel novembre 2019 a Torino da Emanuela Barbano e Franco Dipietro.
Biova Eataly è una Session Ipa preparata secondo la ricetta dei Birrai di Biova Project, leggera perché ha solo 3,6 gradi alcolici ma dal grande gusto grazie ai luppoli agrumati e con un tocco di sale dato dal pane.
E proprio il pane è il protagonista principale: precisamente quello della Panetteria di Eataly.
Farina biologica macinata a pietra di Mulino Marino, lievito madre rinfrescato quotidianamente e acqua sono gli ingredienti che i Maestri Panettieri di Eataly Lingotto usano per creare il pane nel laboratorio a vista, dall’impasto sino alla cottura nel forno a legna.
Birra Biova fa in modo che il pane, invece di diventare avanzi, si trasformi in qualcosa di meraviglioso: infatti proprio il pane recuperato sostituisce fino al 40% di malto d’orzo.
Questo permette di risparmiare fino al 30% di materie prime, il che rende Biova Eataly sostenibile per il pianeta, riducendo di molto lo sfruttamento di risorse vergini del pianeta. Insomma, è proprio vero che “il pane non si spreca, si beve”.