Affini compie 3 anni. E domani, 21 giugno, festeggia con i suoi clienti e partner.
Il locale di via Belfiore 16/C è ormai molto di più che un semplice cocktail bar (ne sono spuntati molti in questi anni e siamo certi che ne apriranno ancora molti).
La creazione di Davide Pinto è un punto di riferimento per la mixologia piemontese e un proprio e vero presidio culturale della distilleria torinese.
Difficile non incrociare il nome di Affini in eventi, appuntamenti ed iniziative legate alla diffusione del “bere intelligente”, della conoscenza dell’enologia della provincia di Torino o della valorizzazione del quartiere San Salvario.
Una delle ultime intuizioni del brand è il pranzo delle “Affinità”, dove periodicamente si incontrano per un pranzo “dialogante” differenti personalità e professioni del territorio.
In questi 3 anni abbiamo perso il conto degli eventi segnalati, e in occasione dei 3 anni di vita abbiamo voluto tracciare un bilancio dell’attività con Davide Pinto.
Affini: format unico a Torino?
Davide, stila un bilancio di questi primi 3 anni di Affini?
Sono volati tra collaborazioni e sperimentazioni. Siamo cresciuti professionalmente tanto da arrivare a creare un format unico a Torino.
Abbiamo spontaneamente coniugato professionalità e tecnica con un’accoglienza smart.
Come dico sempre, da Affini trovi la professionalità dei grandi bar e dell’hotellerie internazionale a prezzi accessibili ma soprattutto con tempi brevi di servizio.
Il dettaglio è una coccola al cliente non è un’auto-celebrazione.
Come sta cambiando la mixologia sul mercato di Torino ed in generale in Italia?
Torino è strepitosa. Tutto parte dagli anni della musica nelle cantine che ha creato una scena unica in Italia. Ed oggi questa cultura si riverbera nella mixologia.
Torino è la periferia dell’impero e qui tutto è difficile. Ogni metro conquistato è frutto di sacrifici immensi.
A differenza di Roma e Milano, però, a Torino sta emergendo un gruppo di professionisti.
Basti pensare che in una sera puoi bere in almeno 15 grandi cocktail-bar con grandi barman e barlady alla guida.
Come integri la gestione del marchio Anselmo con la gestione di Affini?
In modo spontaneo, sono aziende diverse. Come per il Taggiasco, Affini rappresenta il luogo della sperimentazione, del racconto, dell’incontro.
Ovviamente molte sono le sinergie ma Affini è un luogo senza contratti di esclusiva. Questa è una scelta che coinvolge sia i grandi brand ma anche le piccole produzioni.
Ovviamente Anselmo è importante ma da Affini ci definiamo liberi.
Quali saranno i prossimi passi di Affini?
Stiamo lavorando ad una definizione di un format menageriale per aprire la rivendita 2 e stiamo approntando i primi passi per definire la nuova apertura…