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Report e il suo Sotto le Stelle: critica alla critica

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La puntata di Report con la sua inchiesta “Sotto le Stelle” è andata in onda ieri. Dissapore aveva anticipato lo script della puntata, oggi facilmente visibile a questo link. La firma dell’inchiesta “Sotto le Stelle”, che prossimamente toccherà anche i foodblogger, è di Bernardo Iovene.

Fin dalle prime battute, appaiono in video Andrea Berton (che elenca i suoi sponsor) e Claudio Sadler. Il servizio si apre con la consegna della Laurea Honoris Causa allo chef stellato Massimo Bottura. Poco dopo compare il primo attacco al Consorzio Grana Padano, reo di sponsorizzare ristoranti stellati.

I punti dell’inchiesta “Sotto le Stelle”

In breve, “Sotto le Stelle” ricicla tutti i luoghi comuni legati all’alta ristorazione:

  • Gli chef si arricchiscono con sponsor ed eventi;
  • I poveri avventori spendono 200€ allo stellato, ma poi lo chef cucina le stesse cose nella locanda vicina a meno della metà;
  • Gli chef arrivati al successo poi non stanno in cucina, e fanno lavorare legioni di stagisti e dipendenti sfruttati;
  • Gli chef promuovono i prodotti italiani, ma poi comprano all’estero.

Sostanzialmente questi sono i punti che emergono dall’inchiesta, che eleva a eroe il “cuoco contadino” Pietro Parisi che non compra dalle cattive multinazionali, ma solo dagli agricoltori piegati dalla fatica.

A mettere il carico da novanta sono poi due star della critica, Valerio Massino Visintin e Federico Ferrero (“gli chef sono al servizio del marchio e non del gusto”, la sua affermazione) ma anche Enzo Vizzari che rivela una presunta compravendita di voti al TheBest50Restaurant. Poi Raspelli, Paolo Marchi e Tonelli del Gambero Rosso a completare la carrellata. Quello che vuole comunicare Iovene è che i cattivi sponsor si “comprano” critici e chef e sono a capo del magna-magna.

Grana Padano, San Pellegrino, Andrea Berton, Cristina Bowerman e Joe Bastianich sono i super cattivi emersi dall’inchiesta.

Il nostro punto di vista

La puntata di Report con la sua inchiesta “Sotto le Stelle” è montata ad arte per creare sensazionalismo e polemica inutile. Nel novembre 2015 abbiamo intervistato lo chef Marcello Trentini che ci aveva aiutato a smontare molti dei punti affrontati dal servizio andato in onda ieri.

Chi scrive non si definisce gourmand, esperto di chef e ristoranti stellati e non ha mai lavorato in cucina. Ma forse ha qualche piccolo talento nel riconoscere una comunicazione che vuole definirsi giornalistica, ma in realtà ha un taglio ideologico e politico. Riassumo il mio punto di vista:

  • I ristoranti (stellati, trattorie, fast-food) sono attività commerciali e gli chef sono professionisti. E come tutte le attività commerciali sono alla ricerca di nuovi business e ricavi;
  • Il rapporto chef/sponsor è pubblico, regolato da contratto. Al cliente spetta decidere di andare o meno in un determinato ristorante. Se non mi piace il gorgonzola non andrò da Cannavacciuolo (semplice no?);
  • Gli stagisti sono utilizzati da tutte le imprese. Se ci sono irregolarità le strutture dello Stato preposte indagheranno e puniranno;
  • Modena senza Bottura rimarrebbe Modena, ma sarebbe meno cool di quanto lo è ora. Gli chef con il loro lavoro sono un volano per turismo e aziende del cibo. Fatevene una ragione. Per anni hanno lavorato in autogestione senza uno straccio di strategia dello Stato alle spalle;
  • Il mestiere dello chef non è per tutti. Se vi pagano fuori busta denunciate (sennò siete complici); se non volete lavorare nei weekend o in doppio turno invece di Alma o dell’alberghiero frequentate altri istituti professionali o licei. L’Italia ha bisogno anche di operai specializzati, fresatori, tecnici. Lavori con buona offerta e sempre più scarsa domanda.

In ultimo, “Sotto le Stelle” mette alla gogna i guadagni dei ristoranti stellati. In media questi ristoranti fatturano poco più di 700.000€; veramente un gran lusso…



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Dario Ujetto

Da adolescente senza computer a quasi quarantenne googleiano DOC. Ovvero: come passare dalla lettura del giornale cartaceo, alla scrittura di un blog in meno di un nano secondo. Ma mi occupo anche di marketing, cibo, libri e comunicazione.

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3 Commenti

  1. Cinzia 29 Marzo 2017

    Concordo sul sensazionalismo. Anche il montaggio e il ritmo del programma sono stati studiati apposta per sollevare ondate di sdegno in relazione a comportamenti del tutto legittimi.
    Sta di fatto che comunque Report ha portato la questione anche a conoscenza di quei pochi che forse non ne avevano sentore. E cmq, alla fine, è stato un bello spettacolo (più che un’inchiesta)

    Rispondi
  2. Antonio Patta 30 Marzo 2017

    Bottura dice di avere 46, per 12 mesi (più tredicesima) fanno un costo, questo sì, sensazionale.
    Se incassasse davvero poco più di 700.000€ sarebbe alla fame.

    Rispondi
    1. Dario Ujetto 30 Marzo 2017

      Il dato di 700.000€ e rotti è una media fra tutti i ristoranti stellati.

      Rispondi

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