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Protesta Foodora Torino: aggiornamenti

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Come procede la protesta Foodora su Torino?

Oggi i lavoratori sono stati sentiti dalla Commissione Lavoro del Comune di Torino, presieduta dall’Assessore Alberto Sacco.

“Dobbiamo assolutamente incontrare Foodora, al più presto, la convocheremo in modo ufficiale. Sarebbe opportuno che compatibilmente con i suoi impegni partecipasse anche la sindaca. Poi faremo un altro incontro fra due o tre settimane per cercare una soluzione” – dichiara Sacco – “e’ un mercato che ha un futuro, ma il lavoro deve essere inquadrato in modo corretto. Le cose che ci hanno raccontato i lavoratori sono molto interessanti”.

I manager di Foodora non si sono presentati in Commissione Lavoro che li aveva convocati per discutere delle condizioni di lavoro dei Rider.

Ma i dirigenti hanno declinato l’invito con una lettera in cui spiegano che c’è già un tavolo al Ministero del Lavoro cui preferiscono dare precedenza, ma si rendono comunque disponibili a ulteriori confronti futuri.

Intanto continua il confronto a distanza sulla protesta Foodora.

I Rider torinesi hanno risposto al comunicato di Foodora del 20 ottobre:

“Dopo 12 giorni di mobilitazione e clamore mediatico, durante i quali Foodora Italia ha mantenuto l’assoluto silenzio stampa, è stato pubblicato un comunicato da parte della direzione che prende posizione in merito ai recenti avvenimenti. La prima preoccupazione dell’azienda sembra quella di ridimensionare la partecipazione dei propri rider alla protesta in corso, sottolineando che il servizio è proseguito regolarmente grazie a “i tanti rider che non hanno preso parte alla protesta”.
Ci teniamo a sottolineare che non abbiamo mai indetto il blocco totale dei turni di lavoro, non abbiamo mai impedito di lavorare o imposto ai nostri colleghi di partecipare alla protesta. Al contrario, l’azienda impedisce di lavorare a chi si è esposto maggiormente nella mobilitazione, creando un forte clima intimidatorio ai danni soprattutto dei nuovi assunti. I manager sanno bene che la supposta scarsa partecipazione è imputabile a queste intimidazioni e alle ingenti e constanti assunzioni avvenute nelle ultime settimane.
Rispetto alle considerazioni sui versamenti contributivi ci teniamo a ribadire che non abbiamo mai contestato la presenza di una forma minima assicurativa e contributiva. Ciò che chiediamo è una tutela che non si limiti al rimborso di eventuali spese mediche, ma che ci garantisca una copertura mutualistica in caso di malattia. Non essendo previsti un monte ore minimo garantito e una retribuzione minima, non ci spieghiamo infatti come siano possibili le tutele di cui parlano nel comunicato, come ad esempio la maternità.
Tuttavia la contraddizione più grande che emerge da questo comunicato riguarda i tentativi di Foodora di giustificare maldestramente le proprie scelte aziendali nella gestione dei rider. L’azienda stessa riconosce che il numero di ordini è distribuito in modo estremamente disomogeneo durante le diverse ore del giorno e i diversi momenti della settimana. Ed è proprio per questo motivo che rifiutiamo il pagamento a cottimo: i nostri turni di lavoro consistono di 2 o 3 ore al massimo, facendo così ripercuotere sui rider questa stessa disomogeneità.
Chi lavora nei turni pomeridiani o a pranzo non raggiungerà mai lo stesso numero di ordini che è possibile raggiungere nei turni serali del weekend. Inoltre il pagamento a cottimo non fornisce alcuna tutela rispetto ad un sovrannumero di rider attivati in ogni turno. Ciò non garantisce la media di 2 consegne ogni ora di cui scrivono nel comunicato. Le loro analisi sul numero di consegne medie per ogni ora si basa infatti sui dati “storici”, ottenuti quando tutti i rider venivano pagati su base oraria e Foodora era quindi costretta a fare delle costanti analisi e previsioni per dispiegare un numero preciso di fattorini.
La distribuzione disomogenea degli ordini e l’imprevedibilità intrinseca del tempo impiegato per concludere una consegna (condizioni meteo, distanza variabile, ritardi frequenti dei ristoranti) rendono necessaria una remunerazione su base oraria, l’unico modo per avere la certezza di vederci ripagato il tempo che dedichiamo all’azienda. Ricordiamo che nella maggioranza dei Paesi in cui è presente Foodora la remunerazione avviene su base oraria e in molti di questi è presente un ulteriore bonus sul numero di consegne effettuate.
Per queste ragioni i presunti miglioramenti apportati in seguito alla nostra protesta risultano come una sorta di “contentino”, non risolvendo le criticità che abbiamo denunciato sin dall’inizio: l’incertezza remunerativa derivante dal cottimo e la ricattabilità cui siamo sottoposti, tanto che le punizioni per aver partecipato alla protesta continuano.
Dopo due settimane di imbarazzante silenzio, apprendiamo con soddisfazione che Foodora si dichiara “pronta a confrontarsi con le Istituzioni competenti”. Ci aspettiamo perciò di poterci confrontare con i nostri responsabili durante la convocazione disposta appositamente per il caso Foodora dal comune di Torino, prevista per lunedì 24 ottobre alle ore 11:30″.
(Crediti fotografici: La Stampa).


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Dario Ujetto

Da adolescente senza computer a quasi quarantenne googleiano DOC. Ovvero: come passare dalla lettura del giornale cartaceo, alla scrittura di un blog in meno di un nano secondo. Ma mi occupo anche di marketing, cibo, libri e comunicazione.

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