La Torino del cibo e Covid-19: una situazione allarmante sia per la Salute Pubblica sia per centinaia di imprenditori e loro collaboratori improvvisamente in crisi.
Oggi è una raffica di annunci di chiusura, sia volontaria sia per l’impossibilità di adeguarsi alle nuove norme sanitarie.
Ma ci sono anche realtà che resistono, adattandosi alle nuove regole. Nel mezzo, bilanci che piangono per i locali aperti al pubblico.
Iniziamo da citare chi continua ad operare:
Le chiusure annunciate oggi sono numerose e “pesanti”.
Chiude il Del Cambio (pur con Baronetto protagonista del video “Io non mi fermo” appena 5 giorni fa), chiudono Edit e tutti i locali de il Gruppo La Credenza di Giovanni Grasso e Igor Macchia.
“Abbiamo pensato che la cosa più saggia, per la serenità di tutti, sia quella di prenderci una pausa. Dopo 33 anni di ininterrotto servizio” è il messaggio della Food and Company di Piero Chiambretti e della famiglia Ferrari.
Il gruppo Affini ha chiuso ieri (abbiamo appoggiato insieme la campagna #schersumanen per sensibilizzare tutti sulla crisi del settore) seguito a ruota da Lambìc e da Unforgettable di Christian Mandura.
Open Baladin, il grande pub-ristorante di Valdo Fusi dedicato alla birra artigianale chiude da domani sera fino a data da destinarsi, “in attesa di nuove disposizioni e sviluppi”.