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EXPO-SLOW FOOD-MCDONALD’S E LA RECITA PERFETTA

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La polemica Slow FoodMcDonald’s non solo umilia l’intelligenza delle parti in causa, ma anche quella di noi spettatori.
Il duello che ha come scenario Expo 2015, appare come una stanca commedia fra le parti (QUI riassunto della vicenda di Dissapore, ma la querelle è rintracciabile su tutti i media).
La frase “incriminata” di Carlin Petrini è stata questa – “quando il commissario Giuseppe Sala dice che a Expo c’è posto per tutti, che ospita Slow Food e McDonald’s insieme, a me viene un’aritmia. Perché davanti a chi vende un panino con la carne a un euro e venti come si fa a spiegare il valore e i prezzi di chi alleva e produce secondo certi criteri? In tutte le città del mondo esiste Slow Food ed esiste McDonald’s, è importante capire la differenza che c’è tra il prezzo e la qualità”.
La dichiarazione (condivisibile o meno) appare fuori tempo massimo. Che senso ha attaccare ancora la partecipazione delle Multinazionali in Expo 2015?
La risposta di Mc non si è fatta attendere – “ci domandiamo perché chi proclama l’importanza della biodiversità non accetti poi l’idea della diversità dell’offerta, e soprattutto non dimostri rispetto per la libertà e la capacità di scelta delle persone”.

“L’ideologia non sfamerà il pianeta. Slow Food oggi è una grande realtà internazionale, una specie di multinazionale: è triste pensare che abbia ancora bisogno di opporsi a McDonald’s per darsi un’identità”.

Si chiude poi con un pesante attacco sulla scarsa presenza di persone nel Padiglione Expo di Slow Food.
Entrambe le parti hanno perso una bella occasione per tacere. Anzi, appaiono come attori che recitano un copione. A risolvere il problema nutrizione non saranno le visioni cripto-pauperiste-nostalgiche di Slow Food ma nemmeno l’avvelenamento di massa perpetrato da McDonald’s.
Le due realtà, hanno passato anni a rincorrersi; la prima con attacchi ideologici, la seconda tentando di trasformarsi nella prima (ricordiamo l’operazione Gualtiero Marchesi, Chianina, Coalvi ecc. ecc.).
Sarebbe ora di dire basta, e di pensare ai problemi veri.
Sia Slow Food sia McDonald’s sono superate dai tempi, simboli del secolo scorso passato.
E’ tempo di ragionare su un nuovo luogo di discussione? Su nuovi strumenti industriali ed economici di promozione del buon cibo accessibile? 


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Dario Ujetto

Da adolescente senza computer a quasi quarantenne googleiano DOC. Ovvero: come passare dalla lettura del giornale cartaceo, alla scrittura di un blog in meno di un nano secondo. Ma mi occupo anche di marketing, cibo, libri e comunicazione.

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