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CUCINA-TO – LABORATORIO GASTRONOMICO

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Laboratorio gastronomico, garanzia di qualità, una startup, un’idea di tre giovani professionisti. Tutto questo è Cucina-To (non è la solita minestra) realtà promossa da tre ex studenti dell’Università di Pollenzo.
Abbiamo scambiato due chiacchere con Elisa Mereatur, responsabile vendite e comunicazione.
Scorgendo i vostri curriculum salta all’occhio la preparazione accademica e l’esperienza sul campo. Sono la cultura e la competenza l’asset fondamentale per un’impresa di giovani professionisti? Nella vostra esperienza di imprenditori quanto sono contate?
Veniamo tutti e tre da formazioni ed esperienze diverse: Luca (lo chef) ha alle spalle un’esperienza pratica in cucine rinomate di tutto il mondo. Livia una laurea in architettura e io una formazione classica. Tuttavia per noi è stata fondamentale l’esperienza comune all’ Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo dove ci siamo conosciuti e abbiamo fatto altre esperienze insieme (vedi cavolfioriamerenda.it.) e dove è nata, attraverso una tesi di laurea, l’idea di CUCINA-TO
Durante gli anni di Università sono stati di fondamentale ispirazione per la nostra impresa CUCINA-TO i molti viaggi didattici in Italia e all’estero e la possibilità di conoscere tantissime persone interessanti (professori, studenti, collaboratori ecc…); di costruire un network virtuoso di contatti che ancora oggi ci sono utilissimi. Ad esempio è davvero bello poter collaborare a livello lavorativo con alcuni ragazzi che sono nostri ex compagni. Per farti un esempio, noi vendiamo in alcuni negozi che sono gestiti da nostri ex compagni, e questo è bellissimo!

Cosa vuol dire proporre prodotti innovativi in un mercato concorrenziale? Come vivete la concorrenza con le Multinazionali? Il vostro consumatore percepisce il salto di qualità che proponete?

Viviamo sì in un mercato concorrenziale, ma noi abbiamo deciso di perseverare in una nicchia e di non metterci in concorrenza né con le multinazionali né con aziende industriali; infatti la prima scelta distintiva è stata quella di non vendere i nostri prodotti attraverso la GDO ma solo in botteghe di prossimità (panetterie, macellerie, alimentari) e food store dove la qualità e la filosofia di produzione sono valori assoluti, ancora prima del prezzo.  Anche la scelta del nostro packaging è stata ben precisa: in un mercato dove tutti coprono e comunicano con slogan e colori forti, noi abbiamo preferito far risaltare la trasparenza, valore che ci contraddistingue. In ultimo la scelta di produrre pochi prodotti che siano legati strettamente alla stagionalità, perchè crediamo che specializzarci in poche cose ma veramente buone sia la chiave vincente. 
Così il nostro consumatore può percepire la qualità del nostro prodotto, anche se fino a quando non assaggia stenta a crederci. Poi rimane decisamente colpito. Certo, la nostra sfida più grande rimane convincere gli Italiani a consumare prodotti pronti di qualità e far capire che noi non cuciniamo la pasta, ma tante altre buone pietanze, come le zuppe, retaggio della nostra cultura gastronomica regionale, da riscoprire! 
Quali sono tre punti che vi rendono ottimisti nella vostra attività? E citateci tre aziende di trentenni che ammirate sul territorio.
Innanzitutto il fatto che la qualità paga sempre; anche se oggi si rincorrono sconti e ribassi noi siamo convinti che la convenienza non si ottenga da un euro risparmiato ma dalla consapevolezza di gustarsi un prodotto fresco, equilibrato e buono, con la comodità di essere pronto. 
In secondo luogo, il fatto che stiano nascendo molte realtà che somministrano cibo ma non sono dotate di cucine con canna fumaria e grandi spazi, quindi i nostri prodotti possono essere somministrati al cliente finale con facilità, ottenendo un ottimo risultato. Terzo, ma non ultimo, ci riempiono di ottimismo quei nostri clienti che con noi stanno facendo un bel lavoro sia in termini di qualità che di riscontri economici. 
Sul territorio ammiriamo il lavoro fatto da Grom perchè così altre realtà dolciarie del territorio si sono concentrate sulla qualità, e anzi hanno superato quella di Grom. Così come realtà decisamente più piccole ma altrettanto coraggiose come i ragazzi dell’AGRIFORNERIA.IT e per l’innovazione TACATI’ e THE GOODMAKERS. Tuttavia, mancano realtà giovani che si lancino in agricoltura, quella vera di terra; ecco perché noi ci stiamo pensando…


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Dario Ujetto

Da adolescente senza computer a quasi quarantenne googleiano DOC. Ovvero: come passare dalla lettura del giornale cartaceo, alla scrittura di un blog in meno di un nano secondo. Ma mi occupo anche di marketing, cibo, libri e comunicazione.

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