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HAMBURGHERIA DI EATALY – PARLA FABRIZIO CARDAMONE

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Fabrizio Cardamone è, insieme ad Antonio e Federico Marasco, l’ideatore del progetto Hamburgheria di Eataly.
Oggi ha scambiato un paio di battute con il nostro blog.

Come nasce l’idea di una Hamburgheria made in Eataly? Quali sono i confini fra la creatura di Farinetti e “La Granda in mezzo al Pane”?

Per prima cosa mi preme sottolineare che da circa 6 mesi i locali della nostra catena hanno cambiato nome e si è passati da “La Granda in Mezzo al Pane” a “L’Hamburgheria di Eataly”Questo passo è stato necessario da quando il progetto ha iniziato ad avere una visibilità ben oltre la città di Torino o la regione Piemonte.
L’idea dell’Hamburgheria di Eataly nasce dall’esigenza di creare un luogo con un offerta di qualità con attenzione particolare verso la carne del Consorzio La Granda.
Non esistono confini ideologici tra la nostra Hamburgheria e Eataly: i principi che regolano le due realtà sono gli stessi, siamo parte integrante del progetto Eataly, l’atmosfera che si respira è la stessa e anche l’obiettivo è lo stesso: far mangiare bene la propria clientela al giusto prezzo.

Il vostro modello di espansione è molto selettivo. Avete paura che la quantità non vada di pari passo con la qualità?

Siamo convinti l’apertura di nuove hamburgherie non vada a intaccare la qualità della nostra offerta e se mai ciò avverrà noi ci fermeremo un attimo prima.
Semplicemente vogliamo fare le cose bene e aprire solo quando ci sono tutte le condizioni giuste.
Settimo Torinese e Bergamo sono state aperture per noi assai interessanti: mercati pronti ad accogliere il progetto de L’Hamburgheria, imprenditori locali che hanno creduto nel progetto, location belle e collocate nei centri storici.

Stiamo sondando tutte le hamburgherie del Piemonte che sono in linea con valori sostenibili. Qual’è il vostro rapporto con marchi similari al vostro?

Massimo rispetto verso tutti coloro che decidono di fare ristorazione mettendo al primo posto la qualità; la concorrenza quando è sana non può che essere piacevole, spesso diventa uno stimolo a dare il massimo e fare sempre meglio. Ovviamente l’ultima parola spetta al cliente finale che fortunatamente ci gratifica ogni giorno.



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Dario Ujetto

Da adolescente senza computer a quasi quarantenne googleiano DOC. Ovvero: come passare dalla lettura del giornale cartaceo, alla scrittura di un blog in meno di un nano secondo. Ma mi occupo anche di marketing, cibo, libri e comunicazione.

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